Baby Gang, chiesti tre anni di sorveglianza speciale. Il trapper: «Sono cambiato»

Tre anni di sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per il trapper da milioni di follower Baby Gang.

E’ la misura di prevenzione richiesta dalla Questura e dalla Procura di Milano per Zaccaria Mouhib, 22 anni, nato e cresciuto a Lecco, già condannato in due processi a Milano, e tornato ai domiciliari con braccialetto elettronico nei mesi scorsi.

«Sono cambiato, non ho mai sgarrato una prescrizione, ho fatto volontariato e non ho sbagliato nulla, solo le persone che ho frequentato in passato», ha detto il cantante davanti ai giudici della Sezione autonoma misure di prevenzione che dovranno decidere. «Pesa il mio nome ’Baby gang’ - ha aggiunto, assistito dal legale Niccolò Vecchioni - la vittima sono io, arrivo da una situazione non facile, sono cambiato e volevo andare a Sanremo quest’anno».

Alle dichiarazioni spontanea ha risposto il giudice Maria Gaetana Rispoli: «Lei deve dare il buon esempio, ha una grandissima responsabilità, la ascoltano milioni di ragazzi - ha aggiunto - non la pistola, non le armi, non la cocaina, perché lei ha la possibilità di cambiare la mentalità, trovi un modo». Il procedimento è stato rinviato al 20 giugno.

Il legale Vecchioni ha chiesto ai giudici di ascoltare nella prossima udienza a giugno il giovane che sarebbe stato raggiunto da un colpo di pistola esploso dal rapper lo scorso gennaio. Episodio che ha fatto tornare il 22enne ai domiciliari, mettendo a rischio anche i suoi prossimi concerti. Un fatto, però, che il trapper ha sempre definito una risposta di legittima difesa ad un’aggressione.

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