Ilari rinato: è una questione di testa

Nel 3-1 del Lecco al Piacenza la doppietta del centrocampista grazie a un paio di incornate. «Attaccare la porta con i cross degli esterni, è una delle cose che mi riesce meglio e che più mi piace».

Erano sei anni che il Lecco non vinceva in casa contro il Piacenza. Ed è stato un successo sofferto, più di quanto non dica il risultato (3-1). Ma è anche stata una vittoria che ha rilanciato un giocatore che pareva un illustre promessa non mantenuta, Carlo Ilari.

Ovvero un centrocampista con il vizio del gol (e sabato sono state due le sue segnature), e che ha un passato prestigioso: 30 presenze e 4 gol nel Cesena la scorsa stagione; 32 e 7 gol nel Teramo la stagione precedente; 23 e 2 sempre nel Teramo; 35 e 6 nella Sambenedettese; 33 e 4 nel Teramo e ancora 37 e 3 nella stessa squadra… E, andando indietro nel tempo, le esperienze - sempre condite da reti -, nel Santarcangelo, Catanzaro, Barletta, Feralpi, Ascoli (12 presenze in B). Insomma, un centrocampista che in 310 gare tra B e C ha segnato 40 gol. Uno ogni otto partite circa. Un bel bottino per un centrocampista, insomma. Eppure finora era rimasto in disparte, quasi come se il suo passato gli facesse ombra.

«Il mio momento è arrivato»

Ma sabato la doppietta, davvero di ottima fattura, di testa, gli ha ridato smalto. «Segnare di testa è una delle mie caratteristiche - ammette il trentenne ascolano -. Ho avuto la fortuna e bravura di farne due. Sono felicissimo per la vittoria più che per i gol. La squadra stava vivendo un momento particolare, anche se non di difficoltà, vista la classifica che era comunque positiva. Però è stata una vittoria importante e sono davvero contento per la squadra».

Dopo il primo gol del Piacenza sembrava mettersi male: «Diciamo che subìto il primo gol avevamo bisogno di provare a ribaltare la partita e siamo stati bravi, con pazienza e rischiando relativamente poco, a riuscire a farlo. Le situazioni ci hanno premiato e ci hanno portato i tre punti».

Partito in campionato con uno stiramento che lo ha tenuto fuori un mese, Ilari ha fatto quel che poteva aspettando il suo momento. «È arrivato e sono contento. Ma ci sono ragazzi bravissimi alle mie spalle per cui c’è poco da dire: ho potuto attendere con serenità questo istante».

«A mio figlio Leonardo»

Tra l’altro il ritorno in grande stile Ilari lo ha vissuto contro un avversario difficile per le doti da “guerriero” mostrate dal Piacenza. Ora si può sognare? «Non lo so e non posso dirlo. Siamo lì e ci piacerebbe rimanere attaccati alle prime il più possibile, ma noi guardiamo partita per partita, senza dare neanche uno sguardo alla classifica. Siamo un gruppo giovane e forte e ragioniamo avversario dopo avversario. Guardiamo settimana per settimana a quel che ci aspetta, senza perdere per questo le nostre caratteristiche».

La doppietta può essere il punto di svolta per Ilari? Lui si schernisce: «Può essere. Sia per me che per la squadra, che non vinceva da qualche settimana. Ero sicuro che il mio momento sarebbe arrivato per cui di problemi non ne avevo neanche quando facevo pochi minuti a partita. Per me sicuramente a livello personale è stato un pomeriggio importante quello di sabato, ma anche gli altri ragazzi se la sono meritata. Dedico il gol a mio figlio Leonardo, alla mia famiglia e a tutti quelli che mi hanno sostenuto in questi mesi».

Trequartista, seconda punta o mezz’ala? «Mi vanno bene tutte le posizioni, in campo. A me basta inserirmi in area. Attaccare la porta con i cross degli esterni, è una delle cose che mi riesce meglio e più mi piace. Certo, non sempre, mi va così bene. L’importante per me è fare una partita offensiva. Per forza di cose abbiamo dovuto attaccare ed è andata bene così, anche per me».

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