«Il Lecco senza la B? No, nessuno di noi lo crede veramente»

Intervista con Angelo Maiolo, direttore generale del club bluceleste. «Siamo sereni perché pensiamo di avere ragione su tutta la linea»

Il direttore generale Angelo Maiolo è sempre più “dentro” le questioni societarie blucelesti. Il patron Paolo Di Nunno gli ha dato carta bianca più di prima. Vuole che tutto passi dalle sue orecchie e dai suoi occhi, perché in serie B non si può più sbagliare. Ma è questo che tutti, in sede, in via don Pozzi, pensano.

Il Tar del Lazio farà vera giustizia, mercoledì prossimo. Nella casa dell’Aquila la fede è totale e assoluta. Sia nell’operato dei propri avvocati che in quello dei giudici. C’è grande fiducia, anche se tutti sanno che nessuno può essere certo dell’esito del giudizio di un organo amministrativo che non entrerà minimamente nel merito sportivo.

Ma andiamo con ordine. Maiolo, è teso? O è davvero sereno come dice?

Ma no, diciamo che sto bene. La mia è serenità derivante dal fatto che pensiamo di avere ragione su tutta la linea. Nessuno di noi crede davvero a un’esclusione. I media, i tifosi di tutta Italia tranne quelli di alcune piazze interessate, e persino i presidenti delle altre società si sono schierate con il Lecco. E di questo dobbiamo ringraziare davvero tutti. Non si possono calpestare i meriti sportivi ottenuti sul campo… Tutti dicono la stessa cosa e noi pensiamo che questo sia decisivo.

Però i giudici del Tar del Lazio non valuteranno questo aspetto. Nessun timore?

Sappiamo benissimo che i cavilli a volte l’hanno vinta, in Italia. Una possibilità che i giudici possano condannarci c’è sempre, ma io sono tranquillo perché a mio avviso giudicheranno con estremo rigore, ma anche con grande intelligenza. Lunedì (domani, ndr) starò tutto il giorno al campo a seguire i lavori, mentre mercoledì mi preparerò a leggere la sentenza insieme agli altri.

Vi rimproverate qualcosa? Dopo più di un mese da quel magico 18 giugno, avete fatto una riflessione?

Io non riesco a rimproverare nulla a nessuno. Hanno fatto scivolare loro i dieci giorni dei playoff. Vinciamo alle 24 del 18 giugno i playoff e il giorno dopo paghiamo tutto e facciamo gli incartamenti dovuti. E alla Questura di Padova non avremmo mai potuto chiedere nulla, se non dopo quella partita, ovvero prima del 19 giugno… Il diritto è di giocare in B. Qualsiasi altro “diritto” sarebbe ingiusto. Si potrebbe gridare davvero allo scandalo pubblico, in caso contrario. Cosa vuol dire ripescare chi è retrocesso al posto di chi ha vinto sul campo? Dovrebbero fare di tutto per ammetterci a prescindere dal giudizio che uscirà dal Tar del Lazio. Io che sudo, lotto, spendo, lavoro, mi sacrifico, non posso esser messo sullo stesso piano di chi è retrocesso. Che sport sarebbe? Che senso avrebbe giocare ancora a pallone?

È quello che si chiedono in tanti. È una vicenda assurda. Non dovrebbe neanche esistere. Ma secondo lei come mai ci siamo arrivati?

Perché quando si vuole si fanno prevalere i legulei. Forse davamo fastidio a qualcuno? Non lo sappiamo e non ci interessa… Per me è tutto così semplice: la Lega Pro sposta i playoff: avrebbe dovuto spostare le date dell’iscrizione per chi li disputa fino alla fine. Punto. Noi, prima del 18, non avremmo potuto indicare uno stadio diverso dal Rigamonti-Ceppi. Tutto qui…

Ci stava dicendo che lunedì sarà allo stadio per i lavori. Come stanno andando?

Eravamo a Saint-Vincent in ritiro e mi mandavano un sacco di foto. Stanno andando bene, ma ho avuto ordine dal presidente e dal patron di accelerare ancora. Mi confronto con il geometra Selva, ma è la Valassi Aedile che sta eseguendo i lavori per cui voglio parlare con loro. Si stanno dando molto da fare, ma bisogna andare oltre. Dobbiamo farci trovare pronti. Non ci si può spostare a Padova a giocare tante partite. Speriamo di farne una e basta, al massimo.

Parliamo del ritiro che si è da poco concluso. Nonostante la spada di Damocle che i giocatori avevano sulla testa, com’è andato?

Siamo stati benissimo insieme. La sede era fantastica. Per una squadra di B è stata tanta roba. I giocatori sono stati tutti bene e il gruppo è quello della scorsa stagione. Si lavorava duro e poi la sera si scherzava e si stava allegri… Con la Roma Primavera, alla quale faccio i complimenti, in amichevole siamo andati in campo completamente imballati… L’obiettivo vero non era il risultato ma fare gamba. Eravamo stanchi e carichi di lavoro, ma diciamo che siamo soddisfatti.

Il 2 agosto ci sarebbe stata la partita con la Tritium.

Oggi non siamo carne né pesce. Si aspetterà tutti insieme la sentenza allo stadio. Allenamento e poi orecchie a Roma e a quello che ci dirà l’avvocato. L’amichevole è annullata fino a quando non ci diranno dove giocare.

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