Galli: «Prontissimo per la B, anche se fisicamente servirà uno step in più»

Il “geometra del centrocampo” del Lecco: «Devo migliorare ancora dal punto di vista della gestione della palla»

Giorgio Galli, classe 1996, centrocampista, è la dimostrazione del “volere è potere”. Due crociati rotti, due rinascite. E poi la serie B conquistata nel pieno della maturità. Con il giocatore lecchese, nipote del grande bulciaghese Luca Fusi, vincitore di scudetti e coppe, abbiamo provato a capire quale sia il ruolo suo e del Lecco nel prossimo torneo di Serie B.

Galli, si sente pronto per la B?

Sì, prontissimo. Non l’ho mai disputata, pur avendo vinto il campionato a Monza nel 2019, perché ero voluto venire a Lecco e non ho mai avuto occasione di giocare in cadetteria. Anche perché sono relativamente giovane…a 27 anni.

Cos’ha in più e cosa in meno, calcisticamente, rispetto a quel possibile debutto in B con il Monza del 2020?

Sicuramente questo campionato vinto mi ha lasciato un ricordo indelebile perché con il Monza non abbiamo mai festeggiato, visto che era successo durante il Covid. Neanche con i tifosi abbiamo potuto farlo. E poi non avevo giocato tantissimo. Non l’ho vissuto, insomma. Invece la scorsa stagione a Lecco è stata molto più partecipata da me, soprattutto a livello emotivo. Mi ha segnato, in positivo, molto. E poi arrivavo da due anni molto travagliati… Da un punto di vista calcistico penso di essere più pronto, a livello di esperienza, dopo quattro anni; prima ero più integro fisicamente, visto che a Lecco ho “fatto” due crociati. Ma ora mi sento allo stesso livello fisico di com’ero a Monza.

Le piace la definizione di “geometra del centrocampo”?

Molto. Però so che devo migliorare ancora dal punto di vista della gestione della palla. Mi reputo una via di mezzo tra un tecnico e uno di rottura. Lascio dire agli altri, però, quello che sono io…

Fusi cosa dice? Lo zio è andato ad allenare la Bellagina nei dilettanti…

Lo vedrò di più perché è tornato qui da Lezzeno, dov’era prima. Era sempre allo stadio a vedermi nei playoff della scorsa stagione. Era molto contento e molto soddisfatto di quanto abbiamo fatto. Ma ora è combattuto: ha giocato tanto nel Como, dove ha esordio anche in serie A. Ma ora ha me nel Lecco. Diciamo che è diviso in due…

Com’è cambiato l’umore della squadra?

Sicuramente in meglio. Prima del Collegio di Garanzia c’era un’aria positiva. Poi dopo quella sentenza era un po’ cambiato tutto: c’era preoccupazione e un po’ di timore. All’esterno si sentiva sfiducia non tanto nelle nostre capacità di resistere, ma nella battaglia legale… Per fortuna il Tar ci ha dato ragione e ora tutti sono decisamente più tranquilli. Ci siamo tolti di dosso un grosso peso e abbiamo la testa più libera, nonostante tutti attendano il consiglio di Stato del 29 agosto. Sperando non succeda più nulla.

Cosa si dice all’interno dello spogliatoio?

Oggi come oggi siamo incompleti. Naturalmente proveremo a giocarci tutte le partite fino alla fine e non partiamo come le vittime designate. Ma siamo sicuramente fiduciosi che arriveranno giocatori di qualità. E penso che la società voglia rimanere in categoria a tutti i costi…

Che campionato si aspetta? Più fisico o più tecnico?

Fisicamente ci sarà uno step in più da fare. Più di qualcosa cambierà di sicuro. Mi aspetto molta più velocità di giocata, di pensiero. I tempi di gioco si ridurranno, secondo me. La velocità del pensiero dovrà essere migliorata. E poi l’impatto sarà forte, anche atleticamente. E tecnicamente penso proprio che la qualità si alzerà molto. Ci sono squadre molto più importanti, forti.

Quanto conterà, rispetto alla C, il Rigamonti-Ceppi? Sarà ancora determinante?

Anche in B sarà determinante per noi. Abbiamo sempre dato il meglio in casa, soprattutto nella stagione regolare appena trascorsa. Poi nei playoff la situazione si è stravolta, ma dobbiamo tenerlo come nostro punto di forza. Sicuramente il nostro terreno di gioco fa tanto. E anche i nostri tifosi all’esterno, così vicini al campo. Li vivi molto di più e ci danno una grossa mano. Nei playoff con lo stadio pieno è stato veramente molto bello sentire fisicamente vicini i tifosi.

Il Lecco che squadra sarà?

Penso che si lavorerà sulla falsariga di come è finita la scorsa stagione. Sulla compattezza, la solidità, sul non arrendersi mai, sul lottare fino alla fine. Miglioreremo dal punto di vista delle situazioni con la palla, le uscite dal basso. La nostra forza era la velocità in ripartenza e penso sarà la stessa cosa. Cercando di aggiungere degli altri punti a nostro favore, curando sempre di più i dettagli. Non basta più quanto fatto finora.

A questo proposito, Foschi ha detto che dopo i playoff la squadra è cresciuta ancora. È vero?

Penso sia vero. Siamo rimasti noi, con qualcuno che è andato via. Ma stiamo lavorando su quello: aggiungere a ogni allenamento dei pezzettini in più per fare meglio quello che facevamo, bene, prima.

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