Foschi: «Se litigo con il ds? Sì, perché al ristorante pago sempre solo io»

Le considerazioni dell’allenatore del Lecco

CALCIO

Mister Luciano Foschi è calato nel ruolo. Sa che non sarà un torneo facile. Sa che sarà dura soprattutto iniziare, con una squadra costruita in corsa, e più dubbi che certezze. Sa tutto. E per quello ha lo sguardo “cattivo”, di chi sa che dovrà strappare agli avversari punto su punto con grande energia, forza, determinazione. Ha l’occhio d’aquila e la grinta di un pitbull che non molla mai la presa.

Allora mister, è contento che sia arrivato un direttore sportivo?

Meno male che è arrivato il diesse! Era ora, questa è una necessità che continuavo a far presente alla proprietà. Con la società avevamo già deciso di compiere questo passo, comunque. Era solo questione di tempo per capire quando e come farlo. Poteva arrivare un po’ prima, ma le vicissitudini estive della Calcio Lecco hanno portato a scegliere prima il miglior avvocato che il miglior direttore sportivo. Poi le tempistiche sono state perfette: è il tempo e il momento giusto per accogliere Domenico Fracchiolla. In pochi giorni abbiamo già costruito tante cose che ci permetteranno di portare in campo una squadra che se la possa almeno giocare con tutti. Poi lo sapete… dal vincere al perdere ci passa il mare. Ma siamo la squadra più scarsa del girone, no? Non ve l’hanno detto?

Due caratteri forti quelli di Foschi e Fracchiolla. Faranno scintille?

Per ora no. Abbiamo litigato perché pago solamente io al ristorante... Ma guardate che è dura litigare con me. Se litigo, lo sentite. Non abbiamo molto tempo per litigare, comunque. Abbiamo dei confronti sani e da questi escono sempre due vincitori perché vengono fuori le cose giuste per il Lecco. Soprattutto se ci si ragiona subito. Da lì si costruisce. I “va bene” non aiutano se non sono condivisi. Sinceramente, per quanto stiamo facendo, la linea di pensiero è la stessa.

Lei ha avuto parole di stima su Fracchiolla prima che arrivasse, vero?

Le ho pronunciate quando abbiamo vinto: mi sono permesso di dire che un pezzo di questa vittoria era sua... D’altronde io non c’ero quando l’ha costruita, la squadra. Il sottoscritto ha solo tirato fuori il meglio dai ragazzi e loro l’hanno manifestato nel momento giusto. Il gruppo è costituito da tante persone, non solo da me e Fracchiolla.

Si attendono “nomi da serie B”. Perché si arrabbia quando le chiedono i top player?

Perché sembra che quest’anno non abbiamo fatto niente. È successa invece una cosa meravigliosa. Io so che i giocatori si distinguono in due categorie: buoni e meno buoni. Ma stare a parlare di nomi, quando abbiamo creato una montagna di emozioni, gioco, sentimenti, senza i nomi mi pare quasi irrispettoso. Se poi mi prendono Messi non dico di no. Ma forse dovrò scalare le pretese. E quando prenderò uno come Zuccon, ovvero il più giovane e che non si conosceva della scorsa stagione, farò il massimo con lui.

Che si può fare dunque con quanto a disposizione?

Si può vincere senza incorrere in spese folli e senza cercare per forza dei nomi. Trovare degli under bravi è importante. Neanche Zeman ha fatto bene con i nomi: guardate che Verratti, Immobile e Insigne, dalla Primavera del Napoli, quando li prese lui non erano nessuno. Ma non prendere i nomi non vuol dire per forza retrocedere.

È tranquillo, par di capire

Partiamo in ritardo, dovremo recuperare delle partite, non abbiamo fatto mercato finora… Ma non dimentichiamoci quanto accaduto la scorsa stagione: insegna che si può far bene anche senza i nomi. La mia squadra deve lottare con l’avversario cercando di portare a casa più duelli individuali durante la partita. Dobbiamo prendere giocatori funzionali per il calcio che dobbiamo praticare noi. Che abbiano o meno 30 anni… Abbiamo bisogno di gente come Buso, che mangia l’erba, o di Pinzauti che ara il campo… Ci serve questa gente. E chi viene, lo deve fare indipendentemente dal nome che porta, perché a noi quello non interessa.

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