Calcio Lecco, Brera Holdings valuta
l’acquisizione della società bluceleste.
Ma Di Nunno smentisce: «Non vendo»

I contatti con la famiglia Di Nunno risalgono a prima di Natale. La società, quotata al Nasdaq, ha sede legale a Dublino e sede operativa a Milano, e una capitalizzazione di circa 18 milioni di euro. Il gruppo è rappresentato in Italia dall’imprenditore Gianluigi Viganò. Ma in serata è arrivata dell’ennesima giravolta del presidente: «Non vogliamo cedere la società». Di Nunno sarà ascoltato a breve dalla Procura federale a causa delle sue dichiarazioni su presunte “combine”

Si chiama Brera Holdings, è una società quotata al Nasdaq, ha sede legale a Dublino e sede operativa a Milano, e una capitalizzazione di circa 18 milioni di euro. Questo l’identikit del gruppo, rappresentato in Italia dall’imprenditore Gianluigi Viganò, che da alcuni mesi ha acceso i riflettori sulla Calcio Lecco. Lunedì l’ultimo incontro con un rappresentante dell’area amministrativa della società bluceleste. Fatto il punto sulle nuove richieste economiche della proprietà Di Nunno per cedere il club, aggiornate al ribasso stante la difficilissima situazione di classifica, saranno giorni di analisi e di riflessioni.

Brera Holdings prende il suo nome dal Brera FC, società fondata nel 2000 per essere la terza squadra di Milano. Poi il progetto è cambiato: non più scalare le gerarchie del calcio ma creare un brand sportivo globale. Un piano lanciato nel 2022 e in veloce espansione. Nel portafogli della holding ci sono un club di pallavolo di A1, il Busto Arsizio Volley, poi una società di calcio, il Brera Strumica di Goran Pandev, serie A macedone, oltre ad altri due piccoli club in Mongolia e in Mozambico. Ora il desiderio di sbarcare nel calcio professionistico italiano.

Già prima di Natale, dopo una serie di incontri e telefonate, una proposta economica era stata presentata al patron, offerta non presa in considerazione da Di Nunno. In quei giorni il Lecco sembrava avere buone chance di salvezza. Ora tutto è cambiato. Sul tavolo della holding anche altri club di serie B, con maggiori prospettive di permanenza in categoria, ormai ridotte al lumicino per i blucelesti, ma con costi di acquisizione decisamente più alti. Il dossier Lecco sarà sottoposto al board della holding, guidato dall’uomo d’affari italo-americano Daniel Joseph McClory. Una prima risposta è attesa nel fine settimana.

Ma, mentre sono in corso le riflessioni da parte di Brera Holdings, in serata è arrivata la nuova clamorosa giravolta del patron del calcio Lecco. «Smentisco categoricamente che io stia vendendo il Lecco», le parole del patron Paolo Di Nunno, riferite alla redazione da via Don Pozzi. E quindi gli incontri con emissari di potenziali acquirenti come Brera Holdings? «Semplici interlocuzioni - la posizione ufficiale del club bluceleste - come tante avvenute nel corso dei sette anni di proprietà Di Nunno, ma nessuna volontà di cedere la società, né trattative in corso».

Intanto la Procura della Figc ha aperto un’inchiesta sulle dichiarazioni del presidente del Lecco che aveva parlato di potenziale rischio combine da parte dei suoi giocatori, considerata la posizione di ultima squadra nella classifica in serie B. Di Nunno sarà ascoltato a breve dalla Procura.

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