«A Lecco possiamo fare grandi cose»

Intervista con Umberto Eusepi, giocatore d’esperienza e di carattere, e che ha sempre militato in squadre di prima fascia.

Umberto Eusepi, nato a Tivoli, ma vissuto sempre ad Agosta in provincia di Roma, è un nome importante. Classe 1989, è sempre stato più vicino alla B che alla C, anche se ha giocato quasi sempre in terza serie (una novantina invece le presenze in Cadetteria, con qualche rete). Destro di piede (ma non disdegna affatto il sinistro), bravo nel gioco aereo, è alto 1,86 per 87 chili, per cui ha grande fisicità. Una montagna di muscoli e di cattiveria al servizio della formazione bluceleste.

Delusione

Dicevamo che è stato sempre più vicino alla B perché ha fatto vincere diversi campionati alle sue squadre di Lega Pro e altrettanti ne ha sfiorati. Ha vinto la serie C prima con il Perugia, poi con il Pisa, e quindi con l’Alessandria. In B ha giocato con Ancona, Pisa, Salernitana, ma la sua carriera è stata quasi sempre in C. E la miglior stagione l’ha vissuta a Benevento, con 18 reti segnate, capocannoniere del torneo, grazie anche ai cross di Vedran “Vez” Celjak che ritrova proprio a Lecco. Tra l’altro quella stagione con Vez patì la cocente delusione di perdere i play-off nei preliminari contro il Como. Era il 2013. E quella sconfitta ancora non gli è andata giù. «Arrivammo con la delusione del secondo posto e le pile scariche: uscimmo in una partita rocambolesca. Ma fu la stagione migliore, grazie anche a Celjak che da terzino destro mi servì sulla testa qualche bel cross. Una stagione rovinata dai comaschi. Sono a Lecco anche per questo».

Sorride Eusepi sapendo che il Como non è “simpatico” ai blucelesti. E, sornione, spiega perché è venuto in una piazza che, almeno quest’anno, non ambisce ai primi posti: «Avevo delle richieste importanti, ma mi hanno sempre insegnato che si va dove si è voluti fortemente. Una volta che mi ha chiamato Tacchinardi, e visto che mi ha chiamato più volte il patron, mi sono convinto. E poi il Lecco ha fatto sempre i playoff, negli ultimi anni, facendo risultati importanti. Il posto è bellissimo, per cui avendo famiglia e due figli, ho deciso senza dubbi. Le trattative importanti c’erano ma non volevo aspettare l’ultimo giorno per finire in una big dove sarei stato uno dei tanti. Sono andato sul sicuro, convinto».

Lecco è il presente. Ma anche la sfida di Eusepi: «So che è sempre stata una squadra molto ostica – dice il bomber romano ma di fede milanista – che sa fare annate importanti. Il posto è molto bello e ci sono tutti i presupposti per fare un’ottima stagione sia personale che di squadra. Non siamo la squadra da battere, né favorita, ma daremo battaglia tutte le partite cercando di fare il massimo. Ci sono squadre molto più attrezzate che dovranno vincere. Noi battaglieremo con tutte. E lo dico in primis a me stesso. Daremo il massimo».

Sacrificio

Il gol. Un problemone per il Lecco attuale. Eusepi è chiamato a risolverlo: «È il problema di tante squadre – ammette il centravanti -. Starà a me far sì che il lavoro fatto dai compagni si tramuti in gol. Ma l’importante è avere spirito di sacrificio in tutte le gare. Il gol può arrivare da chiunque. Anzi, ci dobbiamo aiutare l’uno con l’altro. Quando la squadra è forte, fanno gol in tanti. Non solo Eusepi. Ovviamente noi attaccanti dobbiamo farne il più possibile e questo sarà il mio obiettivo. Ma io mi sacrifico tanto per la squadra. Mi si vede, durante la partita, e i gol sono sempre arrivati e arriveranno anche qui a Lecco».

Ma nel descriversi il “panzer” bluceleste non parla di qualità tecniche. Ma di disponibilità al gioco di squadra: «Io mi reputo un attaccante che sa far fare gol, oltre a farli. Raggiungo la doppia cifra quasi ogni anno. E servo alla squadra. Ma non sono solo il classico finalizzatore. È stata anche la mia pecca, visto che spendo tanto per la squadra e magari sono meno lucido sotto porta. Ma se ho raggiunto le promozioni è solo grazie alla squadra».

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