Varenna d’autore, tre passeggiate letterarie

Le celebrazioni del bimillenario di Plinio il Vecchio occasione per un percorso di rilettura di un paese tra i più iconici del Lario, attraverso le testimonianze di scrittori e poeti di varie epoche. Domenica la prima tappa, si parte da Villa Monastero

E se il primo cantore di “Quel ramo del lago di Como” non fosse stato Manzoni ma Plinio il Giovane?

Due firme “minori” dei secoli scorsi, per esempio, dissentono dal grande umanista Paolo Giovio, che nella “Descrizione del Lario" (1537) collocò a Lenno la Villa Commedia - quella da cui l’autore delle “Epistole” scriveva di poter «pescare dalla camera da letto come da una barca» - ritenendo che si trovasse invece a Varenna, in località Fiumelatte, nel luogo dell’attuale Villa Capuana. È la tesi sostenuta da padre Giovanni Bonanome nel “Ritratto della Capuana del Lario” (1646) e da Giuseppe Arrigoni in “Notizie storiche della Valsassina” (1840). Sigismondo Boldoni, ventenne brillante e fervente ammiratore di Giovio, nel “Larius” (1616) ipotizza che appartenesse alla villa pliniana un pavimento a mosaico emerso ai suoi tempi sotto una vigna al confine tra Varenna e Lierna.

Dai Romani al Grand Tour

Se sono incerti i natali di Varenna come luogo letterario e per secoli si è dibattuto sulle ragioni della mancata citazione del fiume intermittente più breve d’Italia (Fiumelatte) nella “Naturalis Historia” di Plinio il Vecchio - hanno avanzato ipotesi, tra gli altri, Giovan Battista Giovio nelle “Lettere lariane” (1803) e Vittorio Adami in “Varenna e monte di Varenna” (1927) - il paese diventa strategico nella guerra decennale tra Como e Milano (1118-1127) e assurge a icona del Lario, tra le più amate e cantate da poeti e scrittori, all’epoca del Grand Tour.

Il bimillenario della nascita di Plinio il Vecchio ha rappresentato, per chi scrive, l’occasione per riordinare gli autori incantati da Varenna e proporre ai lettori tre percorsi sul campo che partiranno domenica. L’Anonimo Cumano, cui si deve un poema epico sulla guerra decennale, ci racconta che Varenna si schierò con Milano e l’Isola Comacina contro Como e per questo fu attaccata dai comaschi nel 1120. «Tremebondi i Varennesi abbandonano la riva e a lungo invocano le divinità del monte», afferma l’“Omero lariano”. Sul monte soprastante sorgeva, e ancora sorge, il castello di Vezio, prezioso punto di avvistamento. Non a caso proprio a Varenna si trasferiranno (o saranno esiliati) gli abitanti dell’Isola Comacina, quando nel 1169 verrà distrutta per vendetta dai comaschi sostenuti da Federico Barbarossa. Sempre Giovan Battista Giovio ci informa, in “Viaggio pel lago di Como” (1795), che «i maggiori Giovj là pur si ridussero per qualche tempo, ma presto mutaron sede, ed erano già Comaschi nel secolo XIII».

Affonda in quell’epoca bellicosa il campanilismo che ha spesso contrapposto i due rami del lago. Ora è tempo di superarlo, seguendo l’esempio di Plinio il Vecchio, per il quale il Lario era una cosa sola da Como e Lecco fino a Samolaco (allora il lago di Mezzola non era ancora stato separato dai terreni alluvionali del Pian di Spagna) e degli autori del Grand Tour, che provenendo dal centro e nord Europa, vedevano nelle sue sponde il miglior biglietto da visita del mitico Sud.

«Un paese commovente»

Il concetto è espresso con trasporto da Fanny Mendelssohn in una lettera alla madre del 1839: «Avevamo già  visto ulivi, castagni e gelsi, ma fino a questo momento il carattere del paesaggio era stato distintamente alpino. Qui cambia completamente. A Varenna, dove ci siamo fermati, l’hotel è vicino al lago. In primo piano vi è un giardino con alberi di limone e aranci, carichi di fiori e frutti, con grossi alberi di fico, con rose e aloe giganti. Non posso descrivere quanto mi sia sentita felice, quanto mi sia commossa, perché l’epiteto che più si adatta alla bellezza di questo paese è proprio “commovente”». L’anno dopo Mary Shelley vedrà «Varenna riparata da montagne gigantesche» (da “A zonzo sul lago di Como”) e penserà a quelle descritte da Manzoni nei “Promessi Sposi”.

Anche l’improbabile villa di Plinio divenne ufficialmente luogo letterario nell’Ottocento. Scrive Friedrich Nietzsche all’amico Erwin Rohde nel 1870: «Noialtri di stanza a Triebschen, abbiamo posato i nostri occhi su una villa sul lago nei pressi della località di Fiumelatte. Si chiama Villa Capuana...».

L’ombelico di quel “piccolo mondo antico” che è Varenna - non solo a Valsolda si ispirò Fogazzaro per il suo romanzo, la cui protagonista deve il nome alla varennese Luisa Venini - è da quasi 900 anni il Monastero, che ospitò monache cistercensi tra il XII e il XVI secolo e poi divenne la villa omonima, oggi tra le più visitate del Lario. Da 1953 è anche centro di congressi scientifici internazionali. Qui il poeta ingegnere Leonardo Sinisgalli immortalò in una lirica memorabile, intitolata “Varenna”, la “curiositas” di tre premi Nobel: «Heisenberg in cattedra / spiegava il Principio di indeterminazione / a una platea di eletti. / In un angolo Fermi e Dirac / si guardarono un attimo sbigottiti / poi si scambiarono brevi formule / scritte sui palmi delle mani». A distanza di quasi quarant’anni, David Maria Turoldo troverà - in “D’autunno a Varenna” - ore di «pace» e di «grazia» nel tormentato finale della sua vita.

Le passeggiate: domenica 4 giugno la prima

Le diverse epoche, con i relativi autori di riferimento, saranno esplorate grazie al progetto “Sulle orme dei Plinii”, promosso da Provincia di Lecco e Villa Monastero, con il patrocinio del Comitato nazionale per le celebrazioni del Bimillenario di Plinio il Vecchio e del Comune di Varenna. L’ideazione e l’organizzazione sono state affidate all’associazione Sentiero dei Sogni, specializzata nella narrazione dei territori. Le attività sono finanziante dal Pnrr, nell’ambito di un più ampio progetto di “Valorizzazione dell’identità del giardino storico di Villa Monastero”.

Il primo itinerario, “Varenna Grand Tour”, dedicato all’Otto/Novecento e che si snoderà tra il centro storico e la “Passeggiata degli innamorarti”, si terrà domenica 4 giugno. Il ritrovo è alle 14.30 nella loggia dopo la biglietteria di Villa Monastero. Parteciperanno con un reading itinerante i poeti Antonio Laneve e Barbara Rabita. Brani dei grandi autori del passato che hanno scritto di Varenna saranno letti da Lorena Mantovanelli. Interviene Stefano Dal Bo, vicepresidente di Wikimedia Italia. Info e iscrizioni al link: http://varennagrandtour.eventbrite.it

Il 22 luglio si terrà la passeggiata “La natura e la storia: a Varenna sulle tracce dei Plinii”, che da Villa Monastero porterà alle sorgenti di Fiumelatte, descritte anche da Leonardo da Vinci nel “Codice atlantico”. Per iscrizioni: http://varennaplinio.eventbrite.it. Con questa passeggiata Villa Monastero e la Provincia di Lecco partecipano alla seconda edizione del Lake Como Walking Festival, progetto di rete coordinato da Fondazione Alessandro Volta e Sentiero dei Sogni.

Il terzo e ultimo percorso - “Varenna anno mille” - si terrà il 30 settembre e sarà dedicato al Medioevo. Dal Giardino botanico di Villa Monastero si arriverà fino al Castello di Vezio per rievocare con letture d’autore la “fondazione” di Varenna - già comunque abitata in epoca protostorica - da parte degli esuli dell’Isola Comacina nel 1169. In questo caso il link per le iscrizioni è http://varennamille.eventbrite.it.

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