Teatro Sociale. La Tosca di Puccini apre il sipario

Spettacoli Grande attesa per le tragiche vicende interpretate da Campanella, Formaggia e Giossi. Giaroli: «Opera teatralmente potente e immediata»

Il sipario del Teatro Sociale si aprirà il primo ottobre alle 20 su una delle più rappresentative opere liriche del firmamento italiano: il dramma della “Tosca” di Puccini. Grande attesa per le tragiche vicende del triangolo venefico “Tosca, Cavaradossi e Scarpia” interpretato da Renata Campanella (Tosca) Danilo Formaggia (Cavaradossi) e Marzio Giossi (Scarpia).

Amore e morte

Tre grandi interpreti che hanno recentemente dato un saggio della loro valentia vocale con le ineffabili arie pucciniane nel santuario della Madonna del piano di Bianzone. E ora sono chiamati a dare un’intensa interpretazione dell’opera dell’amore e della morte che si braccano nell’ombra del sopruso e dell’accanimento animale di una caccia cruenta senza vincitori, vissuta in un sortilegio malefico che aleggia imperioso sulla umana passione e sull’arte che mai, come l’amore, può essere asservita alla tracotanza della prepotenza e della violenza gratuita.

Il coro sarà quello dell’Opera di Parma guidato dal maestro Emiliano Esposito, accanto all’Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane diretta da Stefano Giaroli. È lo stesso direttore orchestrale a tracciare le note essenziali del capolavoro pucciniano: «Tosca è un titolo che dirigo da quasi vent’anni. Nel tempo ho scalato questa montagna che all’inizio mi pareva inattaccabile, poi col tempo ci ho preso le misure. Tosca è stata l’Opera che mi ha aperto ed educato al mondo pucciniano del quale nel tempo ho poi affrontato Butterfly, Manon Lescaut, Bohème, Suor Angelica».

«Un mondo unico, non sovrapponibile a nessun altro autore. Penso che Tosca rappresenti il vertice assoluto della produzione pucciniana - prosegue Giaroli - Nessun’altra sua è così teatralmente potente, immediata, incisiva e tutta d’un fiato. Fra gli straordinari ingredienti di questo capolavoro vi sono l’ambientazione in chiesa del primo atto, l’azione che si compie in meno di ventiquattr’ore e, come se non bastasse, a Roma. La musica compie poi il miracolo: Puccini disegna i personaggi con chiarezza assoluta affidando tra l’altro all’orchestra un doppio ruolo fondamentale: quello di dettare il tempo dell’azione e quello di creare l’atmosfera perfetta di ogni singola scena». «Alla protagonista riserva invece un trattamento speciale. La tratteggia sapientemente un poco alla volta, fornendoci tali e tante sfumature che alla fine ci lascia completamente sedotti, commossi e pieni di interrogativi. Il risultato teatrale è perfetto. Per rendere tutto ciò al meglio mi affido ad artisti coi quali collaboro da tempo e che il pubblico di Sondrio ha potuto apprezzare negli anni».

Cast di prim’ordine

L’Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane con il Coro dell’Opera di Parma sono una garanzia assoluta, accanto a un cast vocale di prim’ordine. «Danilo Formaggia ci offre un Cavaradossi fiero, deciso e innamorato della sua donna, quanto dei propri ideali rivoluzionari. Marzio Giossi ci rende uno Scarpia terribile, cinico, forte e bigotto, senza mai perdere la nobiltà - chiude Giaroli -Di valore anche il resto del cast, con Massimiliano Catellani nel ruolo di Angelotti, Claudio Ottino in quello del Sagrestano, Matheus Frizzo Bressan in quello di Spoletta e una giovanissima Arianna Geremia (11 anni) in quello del pastorello».

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