“Missa solemnis” al Teatro Sociale
Con la “Vivaldi”

DomenicaL’opera, capolavoro assoluto di Beethoven diretta da Passerini, reduce da Boheme in Francia Quattro solisti d’eccezione con il coro UT Ensemble

Occorrono rispetto e devozione per parlare della “Missa solemnis” di Beethoven che domenica sarà presentata al Teatro Sociale alle 17,15, dall’orchestra Vivaldi diretta dal maestro Lorenzo Passerini reduce dal suo ultimo esaltante successo de “La Bohème” pucciniana al “Theatre Capitole” di Toulouse.

Capolavoro assoluto

Opera da far tremare i polsi, la “Missa” beethoveniana, che sta alla “Nona” come Dante a Beatrice, o un marinaio al mare a cui anela e pur lo teme. E lo stesso autore, senza fronzoli appendicolari, ne scrive: «Non voglio dire nulla sulla mia “Messa”, ma credo di aver trattato il testo come raramente è stato fatto».

Un capolavoro assoluto per chi si accosta al sacro col rispetto dovuto alla divinità, in cui, maledettamente a torto, parte deviante della critica musicale ha ravvisato un’assenza dell’elaborazione tematica, cavallo di battaglia di Beethoven che di un piccolo motivetto in nuce ne aveva fatto la più imponente delle sue sinfonie.

Temi cantabili dunque banditi da quest’opera epica, monumentale, mistica? Tutt’altro! Come non cogliere quel principio tematico che anima il prodigio del “Kyrie” o del celestiale “Benedictus” sorretto dall’assolo ineffabile del violino? Per non parlare del gran fugato del “Credo”, del “Cum Sancto Spiritu” finale, o entrare tra le pagine fastose del “Gloria”.

Non è certo un caso la rappresentazione di alcune sezioni della “Missa Solemnis”, dopo l’“integrale” di Pietroburgo del 7 aprile del 1824, al fianco della sua maestosa Nona diretta il 7 maggio 1824 a Vienna dal Maestro Michael Umlauf.

Con Beethoven praticamente pietrificato alle sue spalle, - non avrebbe certo potuto dirigere la sua opera, incapace di udire per la sua sordità – lui soltanto – la sua musica e il marasma oceanico degli applausi che nel finale lo osannavano. Certamente l’autore era consapevole della grandezza della sua eccellenza sacra che unisce l’uomo al cielo.

Lunga genesi per un’opera faraonica da dedicare all’Arciduca Rodolfo durante la cerimonia di nomina ad arcivescovo. E così l’“opera più compiuta” va dove la porta il cuore.

I protagonisti

La “Missa Solemnis” avrà solisti d’eccezione. Sarah Tisba, soprano, Alessia Nadin, mezzosoprano, Luigi Albani, tenore e Alberto Rota, basso e il prestigioso coro “UT Ensemble” diretto dal maestro Lorenzo Donati, sarà preceduta dalla Prima assoluta di “Visioni, per mezzosoprano, coro e orchestra” del compositore Umberto Pedraglio su testi di Aung San Suu Kyi (Premio Nobel per la Pace nel 1991).

Il bene supremo della pace impera dunque con dolcezza fiera in questo terzo atto della Stagione musicale degli Amici della Musica di Sondalo e Orchestra “Vivaldi”.

Appuntamento imperdibile quindi domenica 11 dicembre alle 17,15 al Teatro Sociale per uno spettacolo che saprà senz’altro emozionare e affascinare il pubblico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA