Il Mignon e l’Aprica. «Tra le migliori sale
valore inestimabile»

Tirano Gli esperti Celata e Simone spiegano in un saggio l’importanza delle due strutture e il loro apporto. Agostinali: «Un grande riconoscimento al nostro lavoro»

Il cinema Mignon di Tirano e il cinema Aprica sono «presidi culturali di inestimabile valore». Così sono state definite le due sale della comunità nel saggio “Sale cinematografiche e territorio” di Filippo Celata e Andrea Simone, frutto della ricerca promossa dall’Associazione cattolica esercenti cinema, condotta dal Dipartimento di metodi e modelli per il territorio, l’economia e la finanza dell’Università di Roma La Sapienza, in collaborazione con il Dipartimento di studi umanistici dell’Università per Stranieri di Siena.

Ce ne sono 620

Lo studio è stato presentato a Riccione in occasione di Ciné, le Giornate estive di cinema, l’appuntamento estivo dell’industria cinematografica nazionale, nel corso del quale vengono presentati i film in uscita nei prossimi mesi. A Ciné era presente Mattia Agostinali, coordinatore e animatore culturale del cineteatro Mignon di Tirano e della sala cinema di Aprica, gestite dalla cooperativa Intrecci, ed anche coordinatore della programmazione della sala cinema di Chiesa Valmalenco.

«Nel corso di Ciné si tengono gli Sdc day, dove con Sdc si intendono le sale della comunità – spiega Agostinali -. Ebbene è risultato, con mia massima sorpresa, che i cinema di Aprica e Mignon sono due delle migliori sale di comunità in Italia (ve ne sono 620, nda) in base ad un criterio di attrattività e di presidio culturale delle strutture. Gli autori del saggio sostengono che, in una zona culturalmente povera rispetto alle grandi opportunità e varietà che possono offrire le città, le due sale di comunità, sulla base della vastità della popolazione, sono state attrattive e attive per numero di proiezioni. Va detto che le analisi si sono basate sui dati pre-pandemia e che, con la pandemia, il trend è calato, ma ora si è ripreso alla grande. Naturalmente i numeri non sono quelli di prima del Covid e forse non torneranno mai più, perché è cambiato l’approccio, ma siamo molto soddisfatti, perché abbiamo già incassato nel 2023 sensibilmente di più rispetto al 2022. E, avendo l’opportunità di partecipare a Ciné, posso dire che le proiezioni per l’autunno-inverno sono rosee con bei titoli che porteranno la gente al cinema».

La ricerca

Il volume di 136 pagine “Sale cinematografiche e territorio” presenta i risultati di una ricerca sul rapporto tra sale cinematografiche e territorio. La ricerca analizza la distribuzione territoriale delle sale e confronta le loro caratteristiche e le loro performance con quelle che sono le specificità dei diversi territori, per riflettere sullo stato presente e sulle prospettive di questo importante servizio di fruizione culturale in un momento di crisi e di ripensamento.

«La ricerca approfondisce in particolare il caso delle sale della comunità, enti culturali ecclesiali dediti da diversi decenni allo sviluppo e alla diffusione della cultura cinematografica in Italia e che costituiscono ancora oggi una porzione molto consistente del complesso delle sale cinematografiche italiane – si legge nell’introduzione -. Studiando l’interrelazione tra sale e territori alla luce delle dinamiche che caratterizzano le sale della comunità e delle caratteristiche geografiche delle diverse regioni lo studio produce una fotografia dello stato del “piccolo esercizio/esercizio no-profit” italiano, di cui le sale della comunità sono un caso esemplare, in relazione e a confronto con le altre sale e con realtà più strutturate, sia nel contesto pre-pandemia che in termini di quelli che sono i possibili scenari post-pandemici».

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