Il Lago dei Cigni. Arriva la magia dei ballerini ucraini

Al teatro Sociale Tchaikovsky in scena venerdì sera. L’“ArrondiArt Ucrainian Classical ballet” attesissimo. Un classico da non perdere diretto da Zhuravlov

Il Lago dei Cigni. Arriva la magia dei ballerini ucraini
Tchaikovsky in scena venerdì sera con l’ArrondiArt Ucrainian Classical ballet”

L’eterno fascino della fiaba de “Il lago dei cigni” ingioiellata dall’estro sinfonico di P. I. Tchaikovsky approderà al Teatro Sociale di Sondrio venerdì sera alle 21. Affidata al magnetismo espressivo del corpo di ballo di “ArrondiArt Ucrainian Classical ballet” composto da ballerini provenienti dai diversi teatri più importanti dell’Ucraina.

Contro la guerra

Un’Ucraina, con il giallo e il blu scolpito nel cuore, straziata dalla guerra, nel buio, tra fame, sofferenza, freddo e morte, che all’orrore devastante delle armi oppone la grazia e l’eleganza dell’arte coreutica con una delle maggiori compagnie delle terre del Dnipro, il Dnister e il Danubio per approdare con la fantasia sulla sponda del lago ove Odette è avvolta da due immense ali. Passo dopo passo, l’incantesimo si fa incanto, in ogni gesto, in ogni linea.

La narrazione coreografica del “Lago dei cigni” è incentrata sul topos romantico dell’eterno femminino che fa breccia negli occhi e nel cuore di un uomo perdutamente innamorato: il principe Siegfrid che, andando a caccia, s’imbatte nella dolcissima Odette, la bellissima principessa trasformata in cigno dal perfido mago Rothbart per aver rifiutato il suo amore. Soltanto l’amore sincero di un uomo potrà salvarla risvegliandola dal maleficio.

Il rito

Ma non basta la promessa di Sigfried irretito dalla torbida Odile resa dal perfido Rothbart simile all’ingenua fanciulla che gli aveva stregato il cuore. Ed è con lei che chiude il rito del solenne imeneo, mentre la povera Odette scomparirà nel fondo del lago. Solo allora Sigfried, disperato, si rende conto dell’inganno infrangendo il maleficio di Rothbart, coronando infine il suo sogno d’amore.

Ma “Il Lago dei cigni” oltre il suo velo fiabesco rappresenta il viaggio tumultuoso e inquieto dell’adolescenza in boccio verso l’età matura, vissuto tra sogni e speranze, tra inquietudini e turbamenti, sfuggendo al manicheo dualismo del bene e del male che si confondono quasi eguagliandosi nel loro potere di lusinga e seduzione.

Ma la luce prevarrà. Sarà dunque l’arte a dissipare i fumi funesti della disinformazione bellica, gli orrori della recrudescenza cruenta di “inutili carneficine” affidate a ordigni malefici che sventrano intere città radendo al suolo sogni e speranze di un popolo che null’altro chiede che vivere in pace e libertà?

Ma quant’è difficile incarnare in un passo elegante e armonioso la sofferenza tormentosa della propria gente, delle proprie donne, dei propri figli privati della loro fanciullezza, degli uomini che eroicamente difendono il suolo patrio facendosi carne da macello, mangiandosi la paura nel fango di una trincea maleodorante mentre missili “spietatamente intelligenti” piombano come neri avvoltoi dal cielo.

Bellezza assoluta

Cosa può fare allora la bellezza assoluta, la poesia alata, l’incanto seducente del bianco candore di un tutù che emerge in un mare di nebbia, la grazia che si muove a passo di danza, per fermare la guerra, l’incarnazione perfetta del male? Parlare.

Parlare più di mille parole dissolte nel vento, narrando sullo stigma del proprio dolore il destino di un popolo indomito e fiero che non cede come il prode Sigfried innanzi alle forze mendaci e malfide di Rothbart.

L’allestimento di venerdì è affidato al direttore artistico Ivan Zhuravlov e la presidenza di Natalia Iordanov.

Appuntamento imperdibile.

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