«Grandi ospiti per dire no alle guerre»

La Milanesiana Domani arriva a Bormio il festival ideato e diretto da Elisabetta Sgarbi, che toccherà anche Livigno Il tema è “Omissioni” : «Quello che avremmo potuto e dovuto fare o dire e non abbiamo fatto o detto»

Arriva domani a Bormio La Milanesiana, il festival ideato e diretto da Elisabetta Sgarbi giunto quest’anno alla sua XXIII edizione. La kermesse itinerante, inaugurata il 4 giugno scorso a Sondrio, comprende oltre sessanta appuntamenti in venti città diverse con pìù di 150 ospiti e nove mostre d’arte.

Un programma il cui filo conduttore è il tema “Omissioni” intese «come quello – dalle parole del direttore artistico del festival - che avremmo dovuto e potuto fare e non abbiamo fatto, che avremmo potuto e dovuto dire e non abbiamo detto».

Abbiamo posto qualche domanda a Elisabetta Sgarbi in attesa del suo arrivo a Bormio.
La Milanesiana da anni sceglie Bormio. Come è nata quest’amicizia?

«È nata grazie a Paola Romerio Bonazzi, allora presidente del Rotary di Bormio, che anni fa mi invitò con un mio film a Bormio. E mi parlò di un premio letterario per esordiente a cui diedi un contributo, segnalando possibili giurati. Ma nacque una amicizia (a cui non mancò di aderire Attilio Ventura, presidente della Borsa di Milano) e le proposi di portare una giornata de La Milanesiana. E poi via via il numero di serate crebbe. Poi Paola è divenuta assessore alla cultura, Silvia Cavazzi - che negli anni avevo conosciuto bene - sindaco. E La Milanesiana si è estesa».
Tra il festival e la Magnifica Terra c’è sempre stato un interessante e proficuo scambio culturale. Che significato ha il regalo che “La Milanesiana” farà a Bormio con la scultura luminosa di Lodola?

«È la terza Rosa di Marco Lodola, le cui opere si segnalano in molte città e in molti musei di arte contemporanea. È una sorta di monumento anti-monumento. La prima rosa è stata posta a Milano Marittima, anche in ricordo di mia madre, Rina Cavallini. La seconda a Ascoli, città che ama molto La Milanesiana. La terza, dedicata alle Omissioni, a Bormio. La Rosa di Lodola ha qualcosa di molto contemporaneo, direi catodico, luminoso, elettrico. Diventa un punto luminoso a forma di rosa, contribuisce a rendere bello il luogo in cui “fiorisce”. La Rosa è la testimonianza di un viaggio fatto insieme, che si è costruito qualcosa di bello. Ogni rosa comunque è dedicata a mia madre, in modo più o meno esplicito. E questo conta».

Parlando delle “Omissioni” e della situazione storica che il mondo sta vivendo tra guerre, pandemia e diverse difficoltà economiche e sociali, come potremmo declinare questo tema?
«È un tema aperto, come tutti i temi de La Milanesiana. Ogni artista può vedere in esso l’aspetto negativo o positivo o entrambi. Certo veniamo da e siamo dentro anni molto particolari: il Covid, la Guerra, la crisi climatica e la siccità. Ci sono omissioni gravi che ci hanno portato a questo punto. E La Rosa di quest’anno de La Milanesiana ha i colori dell’Ucraina. Non possiamo ometterci che c’è una guerra nel cuore dell’Europa, che civili, donne uomini bambini, e giovani soldati stanno morendo per la follia di un uomo. È un fatto gravissimo che non possiamo far finta che non ci riguardi».

Quest’anno sarà la prima volta de “La Milanesiana” a Livigno. Quali le Sue aspettative?
«Abbiamo appuntamenti molto belli: Alice che canterà Battiato; Cristina D’Avena con il suo concerto e anche con un dialogo con sua sorella Clarissa; infine Alan Friedman, Carlo Calenda e una imprenditrice e filosofa, Francesca Masiero, cui seguirà il concerto di Ramin Bahrami, pianista iraniano giramondo. C’è il cuore de La Milanesiana, a Livigno. Quindi spero ci sia molta gente e che vada via col desiderio di averne ancora».
Bormio e Livigno ed i Giochi Olimpici del 2026. Dobbiamo aspettarci qualche sorpresa nelle prossime edizioni del festival?

«Io sono sempre in ebollizione. Quest’anno la presenza di Federica Pellegrini sarà il miglior modo per salutare le prossime Olimpiadi, lei che è stata cinque volte olimpionica. E in fondo, l’idea di portare lo sport tra le discipline de La Milanesiana, nasce proprio a Bormio»

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