Gian Maria Tosatti
Ritratti e paesaggi
rileggono l’identità

Mostre / 1 Artista visivo e scrittore, fino al 20 luglio espone le sue opere a Pirelli Hangar Bicocca Due diversi” binari” per una sola sintesi di ricerca

È aperta negli spazi milanesi di Pirelli Hangar Bicocca la mostra personale dell’artista italiano Gian Maria Tosatti. In occasione di questo progetto espositivo l’artista e scrittore presenta per la prima volta due cicli di dipinti: “Ritratti” (2022) e “NOw/here” (2023). La mostra, a cura di Vicente Todolì, direttore artistico dell’istituzione ospitante, sarà visibile al pubblico fino al prossimo 30 luglio.

Confini labili

Gian Maria Tosatti (Roma, 1980) è un artista visivo, giornalista e saggista italiano. Vive e lavora a Napoli, la sua pratica come artista ha confini molto labili, dedicandosi anche alla curatela. Infatti dal 2021 è direttore artistico della Quadriennale di Roma, nel 2022 invece è l’unico artista del Padiglione Italia alla 59° Biennale di Venezia. Inoltre le sue installazioni sono state esposte in numerose istituzioni internazionali quali A4 Arts Foundation, Cape Town (2019); Museo Madre, Napoli (2016) CCS Bard - Hessel Museum, New York (2014). Ha inoltre preso parte a mostre collettive come Manifesta 12, Palermo (2018); Italian Cultural Institute, New York (2019) e Galleria Nazionale, Roma (2017).

Con “NOw/here” Tosatti torna alla pittura e manifesta il suo estro artistico attraverso la sperimentazione di questa tecnica: giocando su un binario che si sviluppa sia a livello spaziale che cromatico, l’artista investe lo spettatore con opere pittoriche di grande formato, per invaderne la vista, canale attraverso il quale disperdersi anche nella sfera emotiva e sentimentale. Sospeso e sicuro, caldo e freddo, giorno e notte: una serie di binomi vengono evocati con eleganza e minimalismo dal ciclo di opere presentate da Tosatti.

Il primo binario, “Ritratti” (2022), è composto da grandi pitture realizzate su pannelli di ferro in cui ruggine e oro creano dei pattern, quasi delle vedute aree di deserti o superfici di qualche pianeta lontano. Queste tele sono allestite nello spazio attraverso dei tubi da cantiere che li sorreggono e in qualche modo li avvicinano ai cartelloni pubblicitari, cambiandone però radicalmente il contenuto visivo.

Grafite e carboncino

Il secondo binario invece, “NOw/here” (2023) è composto da dieci tele di quasi 4 metri di lunghezza in cui Tosatti combina grafite e carboncino bianco per realizzare dei paesaggi notturni in cui piccoli soli e stelle sembrano forare la superficie. A differenza di Ritratti, questa serie di tele sono sospese nell’aria e ciò conferisce loro una dimensione eterea, nebulosa quasi onirica. L’ambiente ricreato dall’artista è a tutti gli effetti un luogo dell’anima, uno spazio sentimentale in cui Tosatti cerca di rappresentare lo Zeitgeist in tutte le sue controversie e opposizioni. La capacità evocativa e meditativa dello spazio espositivo è conferita anche grazie all’attenta e saggia disposizione delle fonti luminose, realizzate in collaborazione con Pasquale Mari.

Le superfici delle tele parlano direttamente allo sguardo dello spettatore che si perde nella matericità di queste opere per poi ritrovarsi sospeso in una nuova dimensione temporale e spaziale.

Tosatti crea, aiutato anche dal gioco di parole del titolo scelto, un non-spazio, un luogo dello spirito in cui ogni spettatore sembra potersi confrontare con la propria emotività, con il proprio sentirsi individuo, cittadino, essere umano e corpo nel nostro presente.

Questi grandi specchi e poli opposti rimarcano la necessità di un luogo astratto, in cui potersi ritrovare e riallacciare con un presente che sembra sempre più altro, lontano e non accessibile. Il lavoro di Tosatti si caratterizza da un costante confronto con la storia, come dimostra anche il suo ultimo progetto presentato in occasione dell’ultima Biennale di Venezia, che non viene però interpretata come successione di eventi piuttosto come un sentire: un richiamo dell’uomo con il proprio presente. È tempo di immergersi nella materia del mondo e riscoprire, attraverso lo sguardo, la nostra identità individuale e collettiva.

© RIPRODUZIONE RISERVATA