Festival Voci Umane, a Palazzo Besta
c’è Marco Baliani

Rassegna Prima edizione da domani al 7 settembre Sette racconti in sette musei diversi, tra cui Teglio Il noto attore protagonista domenica con “Kohlhaas”

Sette luoghi per sette racconti: da domani al 7 settembre andrà in scena la prima edizione del festival “Voci umane. Musei e teatri di narrazione”, per riscoprire insieme l’antico rito del narrare in luoghi in cui la mano dell’uomo ha lasciato la sua impronta profonda.

Il progetto

Il nuovissimo e stimolante progetto, promosso dalla Direzione regionale musei Lombardia con la direzione artistica di Maria Grazia Panigada, coinvolgerà anche la Valtellina dove è presente l’unico museo statale – palazzo Besta di Teglio – che avrà l’onore di ospitare un grande attore italiano: Marco Baliani.

La rassegna, che si terrà dal 24 agosto al 7 settembre, avrà come protagonisti nomi di spicco nel panorama teatrale italiano: oltre a Baliani, ci saranno Marco Paolini, Laura Curino, Silvia Giulia Mendola, Lucilla Giagnoni, Alessandro Albertin, Antonio Catalano. Ad accogliere e proporre le sette serate previste saranno altrettante sedi museali statali della Lombardia, a ribadire la vocazione al racconto dei musei – soprattutto i piccoli musei di territorio – che questa prima edizione ha voluto privilegiare.

Il terzo appuntamento del festival è in programma domenica 28 agosto a palazzo Besta, dove andrà in scena “Kohlhaas” di Marco Baliani e Remo Rostagno (alle 20,30). Attuale più che mai, con le sue 1.400 repliche, è la storia di un sopruso che, non risolto dalla giustizia, genera una spirale di violenze sempre più incontrollabili, perpetrate in nome di un ideale.

«La storia di Michele Koolhas è la storia di un uomo, di un fatto di cronaca vera avvenuto nella Germania del 1500 che il grande Marco Baliani interpreta e rende un racconto senza tempo sulla ricerca fortemente terrena della giustizia – afferma la direttrice di palazzo Besta, Giuseppina Di Gangi -. Portare in scena a palazzo Besta il teatro di narrazione sarà un’esperienza inconsueta e straordinaria per il museo».

Scenario importante

« Un’occasione in cui dare voce al racconto e al tempo stesso coinvolgere i partecipanti nella costruzione del suo significato - aggiunge -, in un edificio che inevitabilmente per la sua stessa storia e collocazione geografica non potrà essere uno scenario asettico. Lo spettacolo di Baliani, inoltre, credo possa offrire al museo di palazzo Besta la possibilità concreta di sperimentare il suo ruolo contemporaneo come luogo di esperienze diversificate e di condivisione di conoscenze».

«Le domande morali che la vicenda solleva e lascia sospese – afferma Baliani -, mi sembrarono, quando comincia ad affrontare l’impresa memorabile del racconto, un modo per parlare degli anni ’70, per parlare di quei conflitti in cui venne a trovarsi la mia generazione, quella del ’68, quando in nome di un superiore ideale di giustizia sociale si arrivò a insanguinare piazze e città. In fondo, a voler rivedere all’indietro il mio percorso artistico, senza Kohlhaas non sarei arrivato a raccontare Corpo di Stato, racconto teatrale andato in onda in diretta televisiva la notte del 9 maggio, vent’anni dopo la morte di Moro, a poter ritrovare i medesimi conflitti, riuscendo questa volta a parlarne dall’interno, come soggetto coinvolto nei fatti narrati. Un tema antico dunque, tragico nella tradizione e nella forma, che continua a catturarmi, perché il narratore non può che narrare ciò che epicamente lo coinvolge nell’intera sua persona, a me succede così: non potrei raccontare qualsiasi cosa».

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