Discriminazioni sul lavoro, a Lecco 27 casi in tre mesi

L’equità di genere al centro dell’incontro che si è tenuto in sala Ticozzi con la consigliera di parità Marianna Ciambrone e l’europarlamentare Maria Angela Danzì . Presentati anche gli esempi virtuosi nel nostro territorio

Donne, diritti e carriera. Se ne è parlato giovedì sera, in Sala Ticozzi, con la consigliera di parità della Provincia di Lecco Marianna Ciambrone e l’europarlamentare Maria Angela Danzì per ricordare che le discriminazioni nei confronti delle donne continuano a essere frequentissime, anche sul lavoro. E la città di Lecco non fa eccezione, tanto nella pubblica amministrazione quanto nelle aziende di grandi e piccole dimensioni, oltre che nelle catene commerciali.

Non mancano però gli esempi virtuosi, con realtà che perseguono attivamente e con costanza politiche di parità di genere che favoriscano la conciliazione tra carriera e vita privata. Tra loro, ad esempio, Icam Srl: qui, come raccontato dal direttore generale Adelio Crippa, su un organico di 400 dipendenti, circa il 50% è costituito da donne ed è possibile, tra le altre cose, lavorare secondo un orario flessibile in ingresso, attraverso il principio della compensazione oraria su base mensile, e avere un giorno di smart-working a settimana, oltre a contratti a tempo parziale per consentire l’accudimento dei figli fino a 13 anni di età compiuti; anche il salumificio Fratelli Beretta, come confermato dal direttore delle risorse umane Andrea Parma, ha all’attivo diversi contratti integrativi per migliorare le condizioni lavorative: in azienda è stata infatti istituita una Commissione paritetica per la pari opportunità, oltre a diversi accordi part-time per le lavoratrici e a permessi retribuiti di otto ore annue ai genitori con figli minori di 14 anni per visite mediche.

C’è però ancora molto da fare, soprattutto nel Lecchese, dove “la situazione non è rosea”, come confermato dalla consigliera Ciambrone. “L’obiettivo di questi eventi è proprio quello di dare spunti di riflessione importanti alla cittadinanza – commenta – A gennaio e febbraio abbiamo preso in carico 15 donne e 3 uomini discriminati sul luogo di lavoro, a marzo si sono già unite nove nuove richieste di intervento. L’intervento della consigliera di parità, prima a livello conciliativo e poi a livello giudiziale è quello di rimuovere la discriminazione nel mondo del lavoro”.

Anche a livello europeo il tema della discriminazione e quello della conciliazione dei tempi di vita con i tempi di lavoro è particolarmente sentito. “In particolare, abbiamo affrontato il tema del welfare aziendale – spiega l’eurodeputata ed esponente del Movimento 5 Stelle Danzì – Per affrontare il cambiamento anche sociale serve una spinta che può essere data in primis dalle aziende e, quindi, dall’Europa che può dare finanziamenti specifici alle aziende, che non siano considerati aiuti di Stato, per attivare servizi di cura per i bambini, per i doposcuola. Ma anche dei genitori anziani e non autosufficienti”. Auspicabile sarebbe l’apertura di centri diurni direttamente dalle imprese, secondo Danzì: “Bisogna cercare di mettere un freno allo stress che hanno tanti lavoratori e, soprattutto, lavoratrici di non essere abbastanza madri, figlie o donne in carriera – commenta – Sono anche nella commissione Salute mentale del Parlamento europeo e penso che il tema della violenza debba essere affrontato non solo come frutto di radici culturali da estirpare, ma anche di nuove patologie mentali che al momento non sono curabili, perché manca la ricerca. Dobbiamo allora andare anche in questa direzione per dare nuove risposte al fenomeno della disparità di genere”.

Discriminazioni sul lavoro, a Lecco 27 casi in tre mesi

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