Che regalo di Natale. Una Madonna del Bellini esposta al Mvsa

L’eventoLa collaborazione con i Musei di Pavia. Suggestiva ambientazione nella stua al primo piano per un grande capolavoro del Quattrocento

Anche la scenografia e, soprattutto, l’illuminazione contribuiscono a rendere maggiormente fruibile – e apprezzata - la visione di un’opera d’arte. E la scelta che il Museo valtellinese di storia e arte del Comune di Sondrio ha fatto per il prestigioso “regalo” natalizio per i suoi cittadini, per i valtellinesi e i visitatori è sicuramente d’impatto.

I pannelli all’ingresso

La mostra “L’essenza del Natale - Giovanni Bellini a Sondrio”, che si tiene palazzo Sassi de’ Lavizzari, inizia già prima di poter ammirare la “Madonna con Bambino” una delle straordinarie opere di Giovanni Bellini, considerato dalla critica uno degli esponenti più importanti della pittura quattrocentesca a Venezia e, insieme al cognato Andrea Mantegna, il più significativo pittore di tutta l’Italia Settentrionale.

L’opera è allestita nella stua al primo piano del museo, ma il percorso avviene gradualmente. Prima di entrare in sala, infatti, si possono leggere i due pannelli di presentazione di opere e artista e, poi, la visita diventa immersiva nel buio della stua in cui solo la “Madonna con Bambino” è illuminata da due faretti. Si può così osservare con maggiore attenzione la Madonna, a mezzo busto, dagli occhi socchiusi e allungati, mentre abbraccia teneramente un paffuto Gesù Bambino ritto in piedi sul davanzale, al centro del quale è dipinta, in un cartiglio, la firma “Ioannes Bellinvs P”; la mano sinistra della Vergine è delicatamente adagiata su di un piccolo volume rivolto verso lo spettatore.

Le due figure, dagli incarnati chiari e dalle vesti rosso acceso, risaltano ed emergono da un fondo scuro, drappeggiato, vivacizzato unicamente dalla presenza di una bordura damascata e da una fila di perle intersecanti l’aureola della Madonna, che cela superiormente un cielo azzurro velato da nubi. I panneggi della veste del piccolo Gesù e del velo della Vergine, aderente al viso, risultano “scheggiati e accartocciati”, il modellato è un po’ legnoso.

Utilizzando semplicemente colore e luce, senza far ricorso alle architetture in prospettiva, né alle sfumature leonardesche, Bellini riesce a creare un effetto di spazialità profonda.

L’umano e il divino

«Dopo le collaborazioni con Banca d’Italia e Gam di Torino che l’anno scorso ci hanno permesso di vedere da vicino opere tra l’Ottocento e il Novecento, ora il legame creato con i Musei civici di Pavia ci regala uno degli artisti più significativi dell’arte italiana del Quattrocento – afferma la direttrice del Mvsa, Alessandra Baruta -. Giovanni Bellini durante la sua lunga vita ritornó spesso sul tema della Madonna con Bambino e l’opera che possiamo ammirare è tra le prime attestazioni di questo tema. Attraverso le Madonne che Bellini dipingerà nella sua vita possiamo vedere l’evoluzione del suo stile e le influenze che gli incontri con altri grandi dell’arte italiana hanno immancabilmente portato nella sua produzione artistica: Mantegna, suo cognato, Piero della Francesca e Antonello da Messina tra tutti».

L’allestimento scelto permette di poter ammirare l’opera nel suo splendore e da vicino in modo da poterci soffermare sui dettagli di questo capolavoro: i colori, lo sguardo della Vergine, la veste del Bambino, il velo e le mani, oltremodo affusolate perché simbolo dell’umano che tocca il divino. «Invito i visitatori una volta vista l’opera del Bellini a salire al secondo piano nella sezione di arte sacra – conclude Baruta -: li troveranno le testimonianze della nostra valle e sarà interessante notare come le influenze di questi grandi artisti arrivarono, magari con qualche ritardo, fino a noi».

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