Addio Gigi Proietti:
a Roma lutto cittadino

Il video con uno dei suoi sketch più divertenti: “La telefonata”

Sarà lutto cittadino a Roma nell giorno dei funerali di Gigi Proietti, il popolare attore mancato per un attacco cardiaco in coincidenza con il suo ottantesimo compleanno. Lo ha comunicato la sindaca Virginia Raggi

Istrionico, brillante, un portento sul palcoscenico, capace di riuscire a portare a un suo spettacolo, come con «A me gli occhi», in tour nei teatri di mezza Italia, centinaia di migliaia di spettatori. «Il privilegio di poter continuare i nostri giochi d’infanzia fino alla morte, che nel teatro si replica tute le sere», diceva.

Giovanissimo divide le sue giornate tra la facoltà di Giurisprudenza (che abbandona a soli sei esami dalla laurea), le lezioni di teatro e gli spettacoli nei night per raccattare qualche spicciolo. I primi ruoli che interpreta, che sia teatro, tv o cinema sono marginali: una lunga serie di comparsate che comunque lo aiuteranno a farsi notare. L’anno della svolta arriva nel 1970, quando viene chiamato a sostituire niente di meno che Domenico Modugno, ritiratosi (pare per dissapori con gli autori) dalla produzione del musical «Alleluja brava gente» di Garinei e Giovannini. Una «botta di fortuna» come avrà modo di dire in seguito, che rappresenterà il suo trampolino di lancio.

E’ anche quello l’anno in cui Monicelli lo chiama per «Brancaleone alle crociate» ad interpretare Pattume, reietto colpevole di un peccato tanto ripugnante che non può essere rivelato ad orecchie umane.

Della sua spiccata romanità ne trarrà beneficio al momento in cui interpreterà un ruolo che sembra disegnato su sua misura: «Meo Patacca» di Ciorciolini. Ma la vera consacrazione arriva qualche anno più tardi, quando Steno gli affida il ruolo di Mandrake in «Febbre da cavallo». All’inizio il film non sembra sfondare, poi con il tempo, sostenuto da generosi passaggi televisivi, è diventato un cult movie. Saranno anni quelli in cui non si limiterà a ruoli esclusivamente comici, ma azzarderà incursioni in campi differenti: dalla commedia al dramma con qualche capatina nel dramma erotico. Passaggi disinvolti di un uomo d’arte dalla solida cultura e dalla tecnica perfetta.

Proprio da doppiatore ha prestato la voce a Robert De Niro, Dustin Hoffman, Charlton Heaston, Kirk Douglas, Paul Newman, Marlon Brando, Gregory Peck. Ma forse sono tre i personaggi che gli daranno più fama: Gatto Silvestro, il Genio in Aladdin e il Sylvester Stallone del primo Rocky. E poi c’è la tv. Nel piccolo schermo Proietti ci ha sguazzato. Sia da attore di fiction che da presentatore di show, la sua presenza è stata sempre sinonimo di successo. Accrescerà fama e popolarità vestendo la divisa del «Maresciallo Rocca», una serie che macinerà ascolti da record.

Come dimenticare poi la sua interpretazione di San Filippo Neri in «Preferisco il paradiso». Ma è anche da conduttore che ha dimostrato la sua bravura: «Cavalli di battaglia», il suo one man show del 2017 targato Rai lo ha consacrato dinanzi il pubblico del sabato sera.

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