Berlino, ricercato tunisino
«Lo cerchiamo in tutta Europa»
Morta l’italiana dispersa

Liberato il pachistano arrestato lunedì sera, il vero attentatore è libero.

Le autorità hanno confermato la morte della 31 enne di Sulmona

Un «tunisino» di 21 anni viene ricercato dalla polizia «in relazione all’attentato» di Berlino: lo scrive su Twitter Holger Schmidt, l’esperto di terrorismo del primo canale pubblico Ard, citando fonti di polizia. Notizia ripresa poi anche dallo Spiegel e da Bild online.

«C’è un nuovo sospettato che viene ricercato. È un sospettato e non necessariamente il colpevole».

Lo ha detto il ministro dell’Interno Thomas de Maizière a Berlino riferendosi al tunisino Anis A.. Nei suoi confronti «è stato emesso alla mezzanotte un mandato di cattura per la Germania e per tutta l’area Schengen, quindi anche per l’Europa», ha aggiunto il ministro.

La tv tedesca N24 ritiene che «sia possibile un’azione della polizia» in Nordreno-Vestfalia, nell’ ovest della Germania, «per catturare la persona ricercata, il tunisino di 21 (o 24) anni Anis A.». Secondo quanto riportato da N24, «il giovane avrebbe vissuto in un centro accoglienza profughi di Kleve», cittadina di 50mila abitanti del Nordreno-Vestfalia al confine con l’Olanda e distante oltre 600 chilometri da Berlino. Pare che il tunisino avesse lasciato sul camion un documento e il foglio di espulsione.

L’autista polacco del tir «avrebbe lottato fino all’ultimo» con l’attentatore e sarebbe stato “ancora in vita, nella cabina, al momento in cui il mezzo ha investito la folla». Sul suo corpo sono state ritrovate «ferite da taglio». Lo rivela la Bild, citando fonti investigative.

«Ci deve essere stata una lotta», dice uno degli inquirenti al tabloid. Il terrorista «ha colpito più volte con un coltello» il 37enne polacco cui aveva rubato il tir, il quale «si sarebbe aggrappato al volante» cercando di deviare il veicolo. Quando il tir si è fermato, l’attentatore avrebbe ucciso l’autista con un colpo di pistola e sarebbe scappato, conclude la Bild.

AGGIORNAMENTO MARTEDì ORE 22

Da Berlino la conferma che una delle vittime dell’attentato del Tir è l’italiana Fabrizia Di Lorenzo, 31 anni di Sulmona. Lavorava in Germania ed era andata ai mercatini per acquistare i doni da portate fra due giorni in Italia.

Intanto sul fronte delle indagini arriva una prima svolta: il pachistano fermato per l’attentato con tir a Berlino è stato rilasciato. Il fermo non è stato tramutato in arresto. Così prende corpo l’ipotesi che l’attentatore si sia impossessato del Tir una volta a Berlino, uccidendo lo sfortunato autista polacco, trovato morto nella cabina.

È stato un attentato ma Navid B., il 23enne profugo pachistano arrestato ieri sera e sospettato di essere l’autista del tir che ha seminato morti e feriti nel mercatino di Natale di Berlino, è stato rilasciato in serata. Lo ha reso noto la procura generale di Karlsruhe, che ha assunto la titolarità delle indagini. Il test del dna eseguito con le tracce ritrovate sul tir ha evidentemente dato risultati negativi. L’ipotesi più inquietante è che «l’autore o gli autori siano ancora in fuga», «a piede libero» e forse anche «armati», come ha detto il presidente della polizia criminale federale Holger Muench.

A parlare di attentato era stato per primo in mattinata il ministro dell’Interno Thomas de Maizière. Frank lo ribadisce poche ore dopo, riferendosi «alle modalità di azione che ricordano Nizza» e alla «simbolicità del luogo colpito», un mercatino di Natale nel centro commerciale di Berlino. Ma questo non basta per sciogliere completamente la riserva perché «per ora non abbiamo un video di rivendicazione», dice Frank. E ora il filo delle indagini deve essere riavvolto.

Due sono le tracce che hanno impegnato in queste prime ore gli investigatori. Una è quella del tir polacco che era arrivato dall’Italia. Un aiuto decisivo è giunto dalle autorità di intelligence italiane, che hanno ricostruito la prima parte del viaggio. Il mezzo era partito da Cinisello Balsamo venerdì scorso, dopo aver caricato dei laminati in uno stabilimento, e aveva attraversato alle 18 la frontiera del Brennero. Poi non aveva più fatto rientro in Italia, circostanza che ha escluso un collegamento tra l’attentato e il nostro paese. Le autorità tedesche, inoltre, hanno comunicato l’esito dei controlli satellitari, dai quali emerge che il mezzo è rimasto parcheggiato dal 17 al 19 dicembre a Berlino e solo ieri, risultano tre tentativi di rimetterlo in moto. L’ipotesi è che sia stato proprio l’attentatore ad effettuare questi tentativi ma, non riuscendoci, abbia atteso l’autista polacco del tir, lo abbia obbligato a metter in moto e poi lo abbia ucciso.

L’altra traccia era quella del profugo pachistano che aveva negato ogni coinvolgimento. Prima dell’alba, un’unità speciale della Sek ha fatto irruzione nel più grande centro accoglienza di profughi della capitale, l’ex aeroporto di Tempelhof, sequestrando un telefonino. Era arrivato in Germania attraverso la rotta balcanica nella notte di San Silvestro del 2015. Era noto per molestie sessuali non per estremismo. Ora è a piede libero. Come il vero o i veri attentatori.

MARTEDì ORE 16

C’é almeno un’italiana dispersa nell’attentato di Berlino costato la vita a 12 persone. Si tratta di una residente a Sulmona (L’Aquila) di circa 30 anni.

Potrebbe trattarsi di Fabrizia Di Lorenzo, 31 anni che vive e lavora nella capitale tedesca già da diversi anni. Il suo cellulare è stato trovato sul luogo dell’attentato. Solo oggi, quando la giovane non si è recata al lavoro, è scattato l’allarme. Il padre della ragazza è impiegato alle poste di Sulmona e nella notte la famiglia sarebbe stata contattata dalla Farnesina e la madre e il fratello sarebbero partiti immediatamente per Berlino.

Il Tir ha caricato laminati in uno stabilimento in Brianza

Intanto le prime indagini avrebbero accerto che il camion che ha fatto strage al mercatino di Natale a Berlino era partito dall’Italia il 16 dicembre ma non c’è alcun collegamento tra l’attentato e il nostro paese. Secondo quanto si apprende da fonti qualificate della sicurezza, il Tir ha passato la frontiera del Brennero attorno alle 18 di venerdì scorso, dopo aver caricato dei laminati in uno stabilimento della Brianza, in Lombardia.

L’antiterrorismo e l’intelligence italiani hanno ricostruito gli spostamenti del camion in stretto contatto con le autorità di Berlino e, proprio grazie alle informazioni comunicate dai colleghi tedeschi, hanno potuto escludere con certezza un qualsiasi collegamento tra l’attentato e il nostro Paese.

Il tir della ditta polacca, secondo quanto ricostruito, ha caricato dei prodotti laminati in una ditta della Brianza nella mattinata di venerdì e, subito dopo, è partito per la sua destinazione in Germania. Attorno alle 18 il camion ha attraversato la frontiera del Brennero e una conferma in questo senso è arrivata agli investigatori italiani dai sistemi di videosorveglianza e controllo. Una volta uscito, il tir polacco non è più rientrato in Italia.

È rimasto parcheggiato a Berlino vicino alla zona dei mercatini

Le autorità tedesche, inoltre, hanno comunicato l’esito dei controlli satellitari effettuati sul camion, dai quali emerge che il mezzo è rimasto parcheggiato dal 17 al 19 gennaio a Berlino, a poca distanza dal mercatino dove poi è stata compiuta la strage e solo nella giornata di ieri si sono registrati dei tentativi di metterlo in moto. Gli investigatori tedeschi non escludono dunque che sia stato proprio l’attentatore ad effettuare questi tentativi ma, non riuscendoci, abbia atteso l’autista del tir. A quel punto, dopo essersi fatto accendere il mezzo, lo abbia ucciso e si sia diretto verso il mercatino per portare a termine il suo piano.

Intanto le autorità tedesche stanno cercando, attraverso il test del dna, di verificare se il pachistano fermato sia effettivamente coinvolto nell’attentato di Berlino.

Gli accertamenti tecnici, secondo quanto si è appreso, vengono eseguiti sul camion utilizzato per l’attentato. Gli esperti sono alla ricerca di eventuali biologiche tracce riconducibili all’extracomunitario.

In Italia intanto è stata alzata la soglia di allerta. Però potrebbero prestissimo scattare restrizioni alle manifestazioni o agli eventi pubblici.

Adeguare le «misure di sicurezza passive», prevedendo la possibilità di utilizzare anche dissuasori, barriere new jersey e transenne, e valutare - nel caso non fosse possibile garantire la massima sicurezza - che alcune manifestazioni possano essere vietate o spostate in altro luogo. Sono le principali indicazioni, secondo quanto si apprende, contenute nella direttiva inviata dal Viminale dopo l’attentato di Berlino.

Mobilitati i questori e i prefetti

A prefetti e questori si chiede dunque di convocare i Comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica provinciale e in quella sede di riverificare ogni situazione di possibile rischio, per predisporre misure di sicurezza idonee.

Provvedimenti che possono andare dalla predisposizione di zone di rispetto e prefiltraggio in caso di particolari eventi al posizionamento di barriere fino alla possibilità di vietare o spostare le manifestazioni in luoghi più sicuri.

LUNEDì 19, ORE 21.

L’incubo di un attentato come quello di Nizza si è materializzato nel cuore di Berlino: un tir è piombato in un mercatino natalizio affollato di berlinesi e turisti, nel centro commerciale e dello shopping della capitale tedesca, nella settimana che porta al Natale. Il bilancio provvisorio dato dalla polizia è di 12 morti e almeno 48 feriti, alcuni dei quali gravi e in pericolo di vita. «Al momento non voglio usare la parola attentato anche se molti indizi lo indicano», ha detto il ministro dell’Interno tedesco, Thomas de Maizière, esortando di lasciare tempo agli investigatori di completare il loro lavoro». Ma intanto la polizia di Berlino in un tweet parla di “presunto attacco terroristico” escludendo dunque l’ipotesi di un incidente. La Casa Bianca ha condannato «nel modo più forte quello che appare essere stato un attacco terroristico in un mercatino di Natale a Berlino». La polizia a reso noto che sul camion c’erano due persone: quello che si presume sia il guidatore è stato arrestato mentre il passeggero, sembra un polacco, è rimasto ucciso nell’impatto. L’ipotesi dell’attentato viene avvalorata dalla nazionalità dell’arrestato: ceceno o pachistano, secondo informazioni non confermate ma rilanciate dal sito del quotidiano Die Welt.

Il camion, con targa polacca, era partito dall’Italia e doveva fermarsi a Berlino per consegnare un carico di ponteggi di acciaio prima di tornare in Polonia, secondo vari media (la polizia berlinese ha tuttavia avanzato il sospetto che sia stato rubato da un cantiere in Polonia). Il direttore dell’azienda di trasporto polacca ha dichiarato di ritenere che il tir sia stato rubato e il camionista, suo cugino, rapito. Polizia e autorità, compresa la cancelliera Angela Merkel e il presidente Joachim Gauck, in serata erano ancora prudenti e non parlavano apertamente di attentato. La cancelliera, attraverso il suo portavoce Steffen Seibert su Twitter, si è detta “sgomenta”: «Siamo in lutto per i morti e ci auguriamo che i tanti feriti possano essere aiutati».

Per quello che può valere nella virtualità difficilmente tracciabile della rete, la coalizione delle milizie irachene che combattono il califfato, in un tweet, ha riferito che canali dell’Isis avrebbero già rivendicato l’attentato. Dopo tanti allarmi e alcuni attentati sventati, l’incubo di un attacco capace di provocare molti morti si è materializzato proprio su uno degli obiettivi considerati più a rischio in questo periodo, un mercatino di Natale. Secondo le prime ricostruzioni giornalistiche, il camion sarebbe piombato sulla Breitscheidplatz, ai piedi della «Gedaechtniskirche», la «Chiesa del ricordo», nel cuore della parte occidentale di Berlino provenendo da una delle due arterie che confluiscono nella piazza davanti alla stazione dello Zoologischer Garten. Ha travolto le casette di legno del mercatino e berlinesi e turisti che a quell’ora affollavano gli stand. «Sono profondamente colpito e addolorato dalla notizia dello spregevole attacco di questa sera a Berlino e desidero esprimere le più sentite condoglianze e la più calorosa solidarietà al Governo tedesco», ha commentato il ministro degli esteri italiano Angelino Alfano.

Ancora nella notte tutte le strade attorno alla piazza del mercatino di Natale sono bloccate dalle forze dell’ordine. La Breitscheidplatz è a due passi dalla frequentatissima Kurfuerstendamm, la via principale dello shopping e del Kadewe, il grande magazzino di Berlino e di fianco all’Europa Center, uno dei più noti e storici centri commerciali della città. Il sindaco di Berlino Michael Mueller, giunto subito sul luogo dell’attentato, ha parlato di «shock per la città e per la gente che si trovava qui per trascorrere un pò di tempo in serenità»

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