L’inganno dei diamanti delle banche
«Mi dissero: è un investimento sicuro»

Ex alpino comasco pagò cinquemila euro la gemma proposta dall’istituto di credito «Mi sono fidato, ma ho scoperto che vale molto meno e ora cerco di venderlo invano»

Il volto pulito dell’investitore ingannato dall’affare dei diamanti venduti dalle banche ai propri correntisti (e il cui valore reale è infinitamente inferiore rispetto a quello d’acquisto), ha il sorriso pulito e sincero di un ex alpino. Lorenzo Cerutti, comasco, 80 anni tra pochi mesi, è uno dei moltissimi comaschi che maledicono (ma lui lo fa con il sorriso sulle labbra di chi ne ha viste troppe, per arrabbiarsi per così “poco”) il giorno in cui hanno dato retta all’amico bancario, che ha proposto loro un investimento al riparo dai ribassi di un mercato azionario in crisi.

Siamo nel 2009 e il signor Cerutti si trova nella sua banca storica, la Carige di Camerlata, per alcune operazioni di sportello. «L’addetto ai titoli , una persona che conoscevo da anni e di cui mi fidavo - ricorda - mi chiama e mi chiede se voglio mettere al sicuro i miei risparmi. E mi dice: “siccome il mercato non va tanto bene, l’unico investimento sicuro oggi sono i diamanti”. Mi ha spiegato che avrei potuto riavere il mio denaro quando volevo». Il signor Cerutti decide allora di accettare: «Anche perché, per convincermi, il bancario mi ha fatto vedere un plico notevole di altri clienti che avevano accettato l’investimento». Il taglio è quello minimo: 5.278,14 euro. Vengono firmati tutti i documenti, per conto della Idb, la Intermarket Diamond Business, e qualche giorno dopo al neo investitore viene consegnato il diamante («era davvero piccolino») acquistato. Sembra un affare sicuro, in momenti di acque agitate appare come un approdo verso un bene rifugio. La verità, scoprirà anni dopo la figlia dell’ex alpino comasco, Michela Cerutti, è un’altra.

«Un paio di anni fa - spiega la donna - vedo una trasmissione di Report che parla proprio dell’inganno dei diamanti da investimento. Mi insospettisco e deciso di rivolgermi a un amico orefice per farlo valutare. Gli consegno la carta d’identità del diamante e la risposta che mi dà mi preoccupa: secondo lui il valore era di 1.200, massimo 1.500». Altro che 5.278 (anzi: ad oggi - documenti Idb alla mano - varrebbe addirittura 6.914 euro).

«Decido di contattare la Idb per vendere il diamante - prosegue Michela Cerutti - e loro mettono le mani avanti: “Ci vuole tempo, ma stia tranquilla”. È passato un anno da quando gli abbiamo restituito il diamante e ancora non sono riusciti a venderlo».

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