Io, Como e Dalla Chiesa
«Tra gioie e dolori
la mia vita nell’Arma»

L’incontroIl luogotenente Angelo Palumbo

con i colleghi Toma e Forcella protagonisti a Cerano

della serata sulla mafia organizzata dal Comune

Angelo Palumbo, Luigi Toma, Carmine Forcella tre amici, tre commilitoni, tre carabinieri, tre testimoni di una vita nell’Arma: dalla strage di Ciaculli ai giorni nostri . Hanno obbedito e corso, di giorno e di notte , senza paura, pronti a sfidare il pericolo , giornate di lavoro febbrile, sempre in prima linea con puntualità, disciplina, dominio di sé.

L’altra sera a Cerano il luogotenente Palumbo , 76 anni , ha raccontato la sua vita, la sua storia , immerso tra i ricordi, le foto, i ritagli di giornali, i 5 encomi solenni e i 15 semplici che portano la firma del tenente colonnello Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso in un agguato mafioso proprio il 3 settembre di 34 anni fa.

Le testimonianze

Una serata voluta dal sindaco Oscar Gandola e moderata dal caporedattore de “La Provincia”, Ernesto Galigani. Un dibattito che si è trasformato in un racconto fatto di semplicità , un discorso immediato e diretto. Ciaculli , Caserma di Roccella periferia di Palermo, 30 giugno del 1963. Arriva la telefonata in stazione dalla questura. In servizio dei 6 carabinieri in organico c’è solo Palumbo come piantone. Un ’auto sospetta è ferma sulla sterrata della borgata nella proprietà dei Greco, una delle famiglie mafiose più potenti di Palermo. « Le portiere spalancate e la gomma forata - racconta Palumbo- Si è subito sospettato un’auto bomba». Bisogna intervenire. Sul posto Carabinieri e agenti di Pubblica Sicurezza. Da Roccella partono in moto. A Palumbo viene ordinato di restare in caserma. «Gli artificieri disinnescano la miccia della bombola di gas. Sembrava tutto risolto. L’allarme cessato. Il tenente Mario Malausa apre il cofano. L’Alfa Romeo Giulietta era però imbottita di tritolo. Nello scoppio muoiono l’ufficiale, il maresciallo Calogero Vaccaro, gli appuntati Eugenio Altomare e Marino Fardelli, maresciallo dell’esercito Pasquale Nuccio e il soldato Giorgio Ciacci e il maresciallo di P.S. Silvio Corrao».

Dalla Sicilia a Valsolda

Dopo qualche anno Palumbo lascia Roccella .« Fui trasferito al nucleo investigativo sotto il comando di Dalla Chiesa. Un uomo giusto, attivo che bisognava sempre guardare in faccia. Interveniva personalmente nelle operazioni» .

Paura per quel nuovo incarico ? «Nessuna paura, eravamo preparati per lottare contro la delinquenza ed eseguire operazioni di scorta come quella a Favara del Presidente della Corte Costituzionale Ambrosini e sulle Madonie alla vedova che si scagliò contro i mafiosi».

L’incontro con Boris Giuliano ? «Venne in caserma, mi misi sull’attenti . Mi disse “Li prenderemo”. Partecipai con il commissario ad alcune operazioni congiunte Polizia- Carabinieri». Poi il trasferimento. «Comacchio, Firenze, Busto Arsizio, Valsolda , Menaggio e infine Como al nucleo investigativo».

La carriera è lunga e non è facile. A Como ci sono inchieste per sequestri di persone, rapine, estorsioni, la lotta alla n’drangheta. Personaggi di spicco della malavita da Renato Vallanzasca a Grazianeddu Mesina .

«Con i magistrati, soprattutto con quelli di turno i rapporti sono stati eccellenti. A Como rividi Dalla Chiesa in visita come generale». Dopo 42 anni di servizio lascia la divisa. «Ma siamo carabinieri per sempre».

I colpi di mitra

Come il brigadiere Luigi Toma medaglia d’argento al Valor Militare che senza esitazione ha rischiato la vita lanciandosi con la sua Guzzi all’inseguimento di un’Alfa con a bordo i banditi pronti per la rapina alla Crinos di Villaguardia. Uno di essi apre il fuoco con il mitra : è raggiunto al volto e al torace. Soccorso dai suoi stessi colleghi, arriva in gravi condizioni all’ospedale , ma i medici lo salvano. Toma è l’emblema dell’arma che lotta. E’ una manifestazione di forza e di coraggio, di volontà ferma e d’obbedienza perfetta. Luigi guarirà dopo alcuni mesi. Ha chiuso la serata il maresciallo Carmine Forcella , investigatore di lungo corso a Como e a Cantù , in prima linea in tante inchieste, dai sequestri di persona tra cui quello di Cristina Mazzotti, alle rapine, estorsioni, lotta alla n’drangheta , ai Fiori di San Vito. Forcella, tra un ricordo e l’altro , ha presentato i libri dove ha raccontato la sua vita, quella in divisa e quella dopo il congedo.

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