Comasco scomparso in Valmalenco
Rilievi dei Ris a caccia di tracce

Nessuna traccia di Mattia Mingarelli. Carabinieri per tutto il giorno nella zona della sparizione. Scientifica a caccia di tracce nel rifugio sotto casa dell’uomo. Sentito il titolare del locale. Il mistero del cellulare

Altra giornata di ricerche, a Chiesa Valmalenco, per Mattia Mingarelli, il comasco di 30 anni di cui si sono perse le tracce venerdì pomeriggio.

Ancora nulla di fatto: del disperso non c’è traccia. Ufficialmente la task force di soccorritori e forze dell’ordine è impegnata proprio in una operazione di ricerca disperso, ma troppi elementi non quadrano e i Carabinieri indagano «a 360 gradi, senza trascurare alcuna ipotesi», come si limitano a confermare dal comando provinciale.

Di fatto, per tutta la giornata l’ultimo locale in cui l’uomo è stato visto, il rifugio Ai Barchi, è stato passato al setaccio dai Ris di Parma, il reparto di investigazioni scientifiche. Non solo, ma anche il titolare del locale, è stato lungamente sentito dai militari, come peraltro tutte le persone che venerdì hanno avuto contatti con il comasco, agente di commercio, amante della Valmalenco e che ha vissuto a lungo ad Albavilla

Venerdì Mattia arrivato in Valtellina nel primo pomeriggio, non è neanche salito in casa, poi si sarebbe allontanato per una passeggiata nei boschi. Niente di strano, se non per l’orario e per il fatto che Mattia Mingarelli non abbandonava mai l’adorato cane Dante, che invece è stato trovato a gironzolare vicino al rifugio. Soprattutto non aveva portato con sé neanche il telefonino. Sarebbe stato il titolare a consegnarlo ai carabinieri, spiegando di averlo trovato, ma senza ricordare con precisione dove.

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