Campione, la protesta a Montecitorio
Spiraglio per i controllori del Casinò

La delegazione ricevuta dal 5 Stelle Currò: «Alcune figure non possono sparire». Allo studio del governo un emendamento per ridurre i tagli in Comune e alla casa da gioco

I dipendenti del Comune di Campione d’Italia a Montecitorio per fermare gli esuberi e rilanciare l’enclave. Il governo conferma la volontà di riaprire il Casinò e apre uno spiraglio almeno per i controllori del gioco d’azzardo.

Questa mattina una nutrita delegazione di dipendenti del municipio campionese sono sbarcati al seguito dei loro referenti sindacali a Roma, alcuni rappresentanti ricevuti in Parlamento hanno potuto riferire nuovamente della crisi che ha travolto non solo il Comune, ma l’intera comunità comasca in terra svizzera.

«La partecipazione dei dipendenti al presidio romano è stata massiccia - spiega Vincenzo Falanga, responsabile per la Uil di Como del settore funzione pubblica – siamo soddisfatti perché siamo stati ascoltati da una rappresentanza politica vicina al governo».

«Abbiamo chiesto una deroga agli 87 esuberi decisi per l’organico del Comune di Campione - aggiunge -, è un taglio eccessivo in vista della riapertura del Casinò voluta dallo stesso governo con un emendamento nella finanziaria. Con la casa da gioco in funzione infatti solo 15 dipendenti saranno insufficienti per garantire i servizi minimi essenziali».

La pianta organica del Comune di Campione conta oggi 102 dipendenti, con un taglio di 87 esuberi la dotazione scenderà a 15 funzionari. Questo impongono le normative nazionali a fronte di una paese in cui risiedono 1900 persone.

Secondo i sindacati però questa norma non tiene conto della specificità di Campione d’Italia, una lontana enclave in terra svizzera che ospita una delle case da gioco più importanti d’Europa. In più, ricordano i campionesi, attorno all’enclave gravitano altri 2000 cittadini italiani residenti all’estero, in Ticino.

«È allo studio una soluzione normativa per affrontare il tema specifico degli esuberi in Comune – spiega Giovanni Currò, il parlamentare comasco del M5S che ha accolto la delegazione campionese in Parlamento – perché quando riaprirà il Casinò serviranno ad esempio almeno i controllori del gioco d’azzardo, per essere certi che il gioco sia sicuro e pulito. Il tema resta comunque molto complesso e delicato».

E aggiunge: «Un sistema di defiscalizzazione porterà dentro a questo particolare Comune comasco nuova linfa, aziende e professionisti». Tradotto: meno tasse per chi apre una sede o uno studio oltre l’arco d’ingresso in paese. Insomma il governo giallo verde, inizialmente silenzioso e distante dalla crisi di Campione d’Italia, sta di fatto accontentando le richieste d’aiuto che da mesi giungono dall’enclave.

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