Oggiono, il bus del mattino in ritardo
«Così i ragazzi fanno tardi a scuola»

Il problema riguarda oltre sessanta ragazzi che frequentano il Bachelet I genitori: «Non è accettabile che debbano fare le spese del disservizio»

Oltre sessanta studenti, quotidianamente in ritardo: non sono discoli, bensì i passeggeri della linea D55, che serve l’istituto superiore “Bachelet” provenendo da Lecco, Pescate e Galbiate: qui «l’amministrazione comunale – fa sapere il sindaco, Giovanni Montanelli – si è attivata con segnalazioni all’agenzia del trasporto pubblico “Tpl”, per evidenziare il fatto che, al momento, questo non si può purtroppo definire un servizio; per essere tale, deve funzionare il problema, a oltre un mese dall’inizio dell’anno scolastico, deve essere preso in seria considerazione.».

I genitori si mobilitano: oltre a far presenti a Tpl e ai Comuni le difficoltà, stanno eseguendo una rilevazione dei ritardi, per sottoporre proprio all’agenzia un quadro dettagliato. Il pullman (da 74 posti) parte da Lecco alle 7.27; dovrebbe arrivare a Oggiono alle 7.52 invece, a causa del traffico, normalmente non raggiunge Galbiate prima delle 7.45, talvolta 7.48; arriva a destinazione attorno alle 8: cioè, alla fermata situata in stazione ferroviaria a Oggiono, dove scende la quasi totalità degli studenti. il risultato è una quantità di ragazzi che scende dal mezzo e si unisce alla fiumana che viaggia in treno: tutti coi secondi contati e, per giunta, spesso costretti dalla coincidenza ad attendere l’aprirsi del passaggio a livello, si lanciano pericolosamente attraverso i binari e sciamano per le vie del rione Bersaglio, dove già gli scorsi anni i residenti hanno denunciato la situazione di pericolo.

Per i genitori, «il sistematico ritardo del pullman è un ulteriore grave elemento: costringe i ragazzi a prendersi rischi aggiuntivi pur di essere in classe al suono della campanella, tanti senza nemmeno riuscirsi se l’aula si trova ai piani superiori del “Bachelet”, anziché al piano terra; taluni – aggiunge qualche mamma – accompagnati dal sarcastico applauso dei compagni, quando varcano la soglia dell’aula. Non è accettabile – per le famiglie – che giovani volenterosi debbano fare le spese di un disservizio nel trasporto pubblico, affrontando questa corsa contro il tempo quotidiana, a sprezzo dell’incolumità e, comunque, sempre sul filo, perdendo eventualmente parti di lezioni o di verifiche, quando non incorrendo in eventuali sanzioni, se la scuola decidesse di applicarle ai ritardatari seriali».

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