Solo a Sanremo succedono certe cose

Solo alla televisione pubblica italiana può accadere quello che è successso in questi giorni. Il direttore artistico del festival di Sanremo e il conduttore dichiarano che nell'edizione prossima la storia dell'Italia unita, che compie centocinqut'anni, verrà ricordata con l'interpretazione di una serie di canzoni popolari tra le quali Bella Ciao e Giovinezza. La prima in omaggio alla guerra partigiana, la seconda ai baldanzosi giovani d'un certo periodo. Il giorno dopo il consiglio d'amministrazione dell'azienda dice di non condividere la decisione e sconfessa direttore artistico e conduttore. Canzoni troppo politicizzate,  nessuno andrà sul palco a cantarle. Ma in che mani è la Rai?

Giovanni Vanetti

In mani che quando va bene sono tremolanti, quando va male sono paralizzate. In mani che si lasciano sfuggire molto, troppo che non dovrebbe sfuggirgli. Soprattutto le idee. In mani che, come ieri l'altro, finiscono nelle chiome dirigenziali per il disappunto d'una scelta sbagliata. In mani che però si sarebbero dovute levare a imporre l'alt a questa scelta prima che venisse resa pubblica. Difatti la domanda numero è: come si può annunziare urbi et orbi il programma d'unFestival di Sanremo senza che il livello più alto della programmazione, ovvero il cda, non ne sappia nulla? La domanda numero invece è: quando si affida la gestione d'un simile evento televisivo, viene verificata la competenza degli affidatari? Competenza nel senso di profilo culturale adeguato, di sensibilità sociale avvertita, di esperienza nel ramo comprovata. Oppure ci si ferma ai nomi, anzi ai cognomi, e tanto peggio per tutto il resto? L'idea d'attrezzare la sceneggiata festivaliera all'insegna d'una strategia bipartisan fino al punto d'affiancare Bella Ciao a Giovinezza (definita canzone della goliardia toscana d'inizio Novecento, e pazienza se fu anche l'inno del Ventennio fascista) è un'idea che qualunque persona dotata di normale buonsenso avrebbe respinto. Lì no, nella Rai c'è chi l'ha pensata e chi l'ha accettata. Nella Rai c'è chi interpreta l'eguaglianza in un curioso modo. E la democrazia in un modo ancora più curioso. E la par condicio in un modo infinitamente più curioso. Nella Rai talvolta ricevono incarichi d'alta responsabilità persone di bassa vista storico-politica. Persone che adoperano il passato nazionale come i calvi possono adoperare un pettine: con esito inutile nel migliore dei casi, con esito doloroso nei peggiori. E talvolta, come questa, perfino con esito beffardo: perché i nodi ogni tanto vengono anche al pettine usato dai calvi.

Max Lodi

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