Il caso Cassano e il rigore dei principi


Trovo singolare la determinazione del presidente della Sampdoria, Garrone, a rifiutare di riconciliarsi con Cassano. Cassano ha ovviamente sbagliato, e di grosso. Però ha detto di essersene reso ben conto, si è pubblicamente scusato e ha propostro alla sua società addirittura di decurtarsi l'ingaggio di un milione di euro. Sarà pure una testa matta e un recidivo nel dare in escandescenze, però trovo anche che abbia un suo valore questo cospargersi il capo di cenere e mettere a disposizione una concreta voglia di riscatto. Per concreta intendo pecuniaria. Non mi pare che altri in Italia si comprtino, quando sbagliano, allo stesso modo. Forse il presidente Garrone dovrebbe valutare questo aspetto.

Gino Canali

Forse lo valuterà. Però, proprio perché siamo nel Paese che siamo: dove lo si trova un altro come Garrone? Cioè un altro disposto a sacrificare a un principio la convenienza economica? A Garrone converrebbe reintegrare Cassano, sopportarne le mattane per qualche mese (forse neppure un paio: a gennaio si riapre il calciomercato) e quindi venderlo. Venderlo bene. Non sono pochi gl'interessati a comprarlo, essendo il calcio un mondo che passa volentieri sopra alle bizze d'un campione se questi è appunto, e per davvero, un campione. Io direi che Garrone fa bene a insistere nell'intransigenza, anche se temo che finirà per cedere alle pressioni portategli per infrangerla. Non solo e non tanto le pressioni di Cassano. Le pressioni interne al suo club, le presssioni esterne dei tifosi, le pressioni di addetti vari ai lavori, le pressioni dell'opinione pubblica. Sì, perché sembra che l'opinione pubblica stia clamorosamente (o non clamorosamente?) dalla parte di Cassano. L'opinione pubblica comprende il peccato e invoca il perdono. Non comprende la severità e aborre la punizione. Se le comprendesse, non sarebbe l'opinione pubblica italiana: sarebbe l'opinione pubblica d'un altro Paese. Noi siamo inclini, storicamente inclini, a censurare (a parole) la trasgressione e a mettere in salvo (con i fatti) il trasgressore. Anziché fargli capire che quando si sbaglia bisogna pagare, non gli neghiamo mai una seconda possibilità di trasgredire. E se la coglie, gli offriamo generosamente il destro per acciuffarne una terza. Eccetera. Cassano da anni si esercita in spettacolari gesta di arroganza. E' di quelli che la fanno franca non essendoci chi è così franco da fargliela pagare. E quando c'è (quando sembra esserci) rischia di pagarla lui invece di chi la dovrebbe pagare: di pagarla agli occhi del giudizio di massa, che il peggior dazio che si sia costretti a subire.

Max Lodi

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