La politica non finisce mai di sorprendere


A volte la politica è proprio sorprendente, soprattutto per chi nion se ne interessa a fondo e tuttavia cerca di seguirla. Ero rimasto alla dura contrapposizione tra Berlusconi e Fini e alla spaccatura nel Pdl con la nascita di Futuro e libertà, il nuovo partito guidato dal presidente della Camera. Sembrava che non ci fossero ormai più dubbi sulle elezioni anticipate, e si trattava solo di capire se si sarebbero svolte in novembre, come voleva Bossi, o in primavera. Invece leggo che Giulia Bongiorno, deputata del Fli e legale di Fini, è stata rieletta alla presidenza della Commissione giustizia della Camera, forse la Commissione che sta più cara a Berlusconi. La guerra è già finita e si va verso una pace di compromesso? Berlusconi e Fini hanno scherzato tutta l'estate?

Paolo di Benedetto

La guerra non è finita. E non finirà. Però potrebbe starci una tregua, magari anche lunga. Sull'episodio in sé, la spiegazione appare semplice: Berlusconi non voleva la Bongiorno presidente bis, la volevano invece Bersani e Casini che ben volentieri l'avrebbero votata. Si sarebbe costituito in tal modo l'asse Pd-Udc-Fli in una sorta d'assaggio di quell'alleanza di cui tanto si parla in vista delle prossime elezioni e che tanto spaventa il premier. Meglio dunque fare retromarcia e accettare con realismoi machiavellico il remake della Bongiorno. La vicenda può essere un segnale di mutamento dei rapporti tra Berlusconi e Fini? Nessuno può dirlo. Si può invece dire che a Berlusconi converrebbe scendere a patti con Fini e con tutti quelli che vogliono ritornare a votare dopo aver cambiato la legge elettorale . Gli converrebbe perché, standogli sommamente a cuore una riforma della giustizia che giovi a se stesso oltre che alla giustizia, è l'unica strada a sua disposizione per non rischiare d'essere messo ai margini dagli avversari e dai partner. A Berlusconi converrebbe accettare una crisi di governo e guidare subito dopo un esecutivo di breve durata che s'occupasse di riformare la legge elettorale e la giustizia, ben volentieri disposto ad accettare il contributo in idee e voti di quelli che ci stanno. Otterrebbe probabilmente ciò che vuole (un salvacondotto per le sue personali beghe) e consentirebbe che gli altri ottenessero lo stesso per loro. Poi, alle urne. Con gli alleati che ciascuno riuscirebbe a scegliersi. Berlusconi, insomma, dovrebbe anteporre la politica ai personalismi, essendo l'unica maniera per (tentare di) dare ai personalismi dignità politica. Ma è difficile che lo faccia: diffida troppo di chi gli assicura che deve fidarsi.

Max Lodi

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