I nostri alpini e l'orgoglio di una Patria


Come già in simili dolorose occasioni, la morte dei quattro alpini in Afghanistan ha fatto dire a qualcuno che l'Italia non può perdere i suoi figli in guerra. Già, perché possono perderli tranquillamente la Francia, l'Inghilterra, gli Stati Uniti, etc? A nessuno fa piacere perdere i propri militari in guerra, e non è che l'Italia abbia più diritto di altre nazioni di essere dispiaciuta. Il cordoglio, il rispetto e la gratitudine che dobbiamo avere per questi nostri concittadini non devono farci dimenticare che in queste missioni non mandiamo giovani in leva obbligatoria, ma volontari che hanno accettato di partire consapevoli dei rischi cui vanno incontro. A meno che non pensiamo di aver convinto anche loro che andare in un teatro di guerra è un gioco senza rischi e che siccome siamo italiani in “missione di pace” nessuno oserà torcerci un capello. Certo, se non siamo disposti a rischiare, che vuol dire anche non essere disposti ad accettare che il rischio si tramuti in realtà, non ci rimane che andarcene dall'Afghanistan e dagli altri teatri di guerra, dicendo ai nostri alleati e a tutte le nazioni del mondo che l'Italia non vuol perdere soldati. Forse l'Occidente ha sbagliato a intromettersi all'inizio, dato che in effetti la democrazia non si può esportare, ma ora che il guaio l'abbiamo combinato, andarcene e lasciare che “si ammazzino fra di loro” è da vigliacchi.

Antonio Attanasio


In Afghanistan ci siamo andati, assieme ad altri, per liberare l'Afghanistan dai seguaci di Al Quaeda e comunque per impedire ad Al Quaeda di disturbarci troppo con il suo export di terrorismo. Disturbarci qui, in Occidente. In Italia e in Gran Bretagna, in Germania e negli Stati Uniti. Eccetera. Questa era la missione. La chiacchiera secondo la quale volevamo introdurre da loro la democrazia che fatichiamo a rispettare da noi, era ed è appunto una chiacchiera (lo era è lo è tanto più in Iraq). Quanto all'andarsene, al dissociarsi dalla guerra improvvisamente divenuta inutile se non ingiusta, al non considerare i nostri soldati passibili del rischio estremo che riguarda ogni soldato del mondo, beh, questo appartiene al bagaglio storico e culturale d'un Paese coerente nelle sue incoerenze. Un Paese che nelle ultime due guerre mondiali ha cambiato le alleanze è un Paese capace d'ogni giravolta. E invece di fronte ai Caduti, e per rispettarne il sacrificio, bisogna stare fermi. Diritti. in piedi. Senza piegarsi alla tentazione di fuggire dalle proprie responsabilità. Dalle proprie scelte. Dal proprio orgoglio di patria. Se si crede nell'orgoglio di patria.

Max Lodi

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