Crisi/ Ft: Allarme investitori su Btp, entrati in zona a rischio

Crisi/ Ft: Allarme investitori su Btp, entrati in zona a rischio Cresce pericolo nuove vendite, Bce cerca di allontanarlo

Roma, 7 nov. (TMNews) - Cresce la preoccupazione sui titoli di stato italiani. La parola chiave è "rischio precipizio", vale a dire il punto nel quale una piccola variazione aggiuntiva nel valore di un'obbligazione può determinere un forte impatto sul suo prezzo. E per l'Italia, sottolinea il Financial Times in un'analisi pubblicata dopo una giornata di forti tensioni sul mercato, secondo alcuni investitori tale punto è stato raggiunto proprio oggi. Con i rendimenti sui Btp a 10 anni - che si muovono in direzione inversa ai prezzi - che hanno toccato un massimo dell'era euro al 6,68% mentre impazzano le voci sulle dimissioni di Silvio Berlusconi e sulla possibilità che il Belpaese debba essere salvato.Secondo il quotidiano londinese "con la crisi dell'eurozona entrata in una nuova e pericolosa fase, gli investitori sono vigili sulla comparsa di importanti punti di flessione: momenti nei quali l'aumento dei differenziali o dei rendimenti delle obbligazioni possono cambiare rapidamente il destino dei titoli di stato di una regione in diffoltà. Rendimenti sopra il 6% sono il punto 'oltre il quale altri titoli di stato hanno trovato estremamente difficile ritornare', dichiarano Matt King e Joseph Faith di Citigroup".Uno dei meccanismi di avvitamento della crisi riguarda i margini richiesti, vale a dire i pagamenti che devono essere fatti alle controparti quando il prezzo dei bond usati a garanzia cade. E Oggi, lunedì, - sottolinea il Ft - ci sono crescenti timori che tali pagamenti dei margini potrebbero portare a ulteriori cadute del mercato. Ciò perchè le banche spesso usano i loro ampi portafogli di titoli di stato come uno strumento di finanziamento, prestando i titoli nel mercato del pronti contro termine per generare un rendimento. Tali operazioni - spiega ancora il Ft, sono gestite attraverso le stanze di compensazione delle banche centrali che taglieranno una parte del valore dei titoli secondo la rischiosità della carta impiegata in tali operazioni.Più alti sono tali margini richiesti, meno una banca può lucrare da tali obbligazioni. E se il "taglio" diventa troppo forte le banche possono essere indotte a vendere i loro titoli mandando spread e rendimenti sui titoli di riferimento, come i bund tedeschi, ancora più in alto.

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