Pd, Bersani difende la gestione plurale e sonda minoranze

Pd, Bersani difende la gestione plurale e sonda minoranze Per i dalemiani il segretario farà scelte totalmente autonome

Roma, 6 nov. (Apcom) - A poche ore dall'Assemblea nazionale che sabato lo proclamerà ufficialmente segretario del Pd Pier Luigi Bersani, oltre a preparare il discorso che farà davanti al parlamentino Democratico è ancora alle prese con l'organigramma del 'suo Pd' e a difendere dalle critiche interne la scelta di una gestione plurale. Ieri Bersani ha sondato nuovamente gli esponenti della minoranza come Piero Fassino e Ignazio Marino.Il neosegretario ha incassato mercoledì il sì di Dario Franceschini alla guida del gruppo alla Camera, scelta maturata dopo malumori e discussioni interne alle varie aree, dentro quella Democratica di Franceschini dove tra i popolari qualcuno ha storto il naso o cercato di farsi avanti per l'incarico di capogruppo. Ma anche tra la maggioranza di area dalemiana dove qualcuno ha osservato che "la scelta di affidare quel ruolo alla minoranza era sbagliata". Polemiche che Bersani ha affrontato consapevole che i numeri non gli consentivano di fare una scelta molto diversa, alla Camera infatti la maggioranza dei deputati proviene dalla mozione Franceschini. La parola d'ordine ieri in ambienti vicini all'ex ministro degli Esteri infatti è stata "autonomia". "Bersani sta facendo le sue scelte - spiegano - in maniera totalmente autonoma e nessuno di noi se ne è occupato".Gestione plurale dunque, ribadisce Filippo Penati, il braccio destro di Bersani nella campagna congressuale "che vuol dire vivere la vita e le responsabilità del partito insieme e non da separati in casa".Quanto agli incarichi, la presidenza di Rosy Bindi sembra ormai cosa fatta. Il pressing su di lei per lasciare libera la vicepresidenza della Camera sembra fallito, e dunque l'ex ministro del governo Prodi terrà tutte e due gli incarichi, affiancata nella presidenza del Pd da due vicepresidenti provenienti dalla minoranza. Ieri Bersani ha incontrato Ignazio Marino al partito per sondarlo su quale ruolo vorrebbe ricoprire e il senatore sarebbe propenso ad entrare in un eventuale ufficio politico, organismo più allargato della segreteria e aperto a tutte le componenti. Stamattina Bersani ha avuto un colloquio a Montecitorio anche con Piero Fassino. Ma non è ancora chiaro quale tipo di ruolo l'ex leader della Quercia ricoprirà nella 'squadra' che Bersani sta preparando, si parla di responsabile Esteri. Dallo staff del segretario ripetono che ci saranno tanti giovani e personalità provenienti dal territorio, ragion per cui è circolato spesso il nome di Vasco Errani, governatore dell'Emilia Romagna molto vicino a Bersani. Resta da individuare anche il ruolo che avrà Enrico Letta.La giornata di oggi per il Pd registra anche l'uscita di Massimo Calearo che seguirà Francesco Rutelli insieme ad alcuni esponenti dell'Idv.

© RIPRODUZIONE RISERVATA