Cei,Bagnasco apre il dopo-Boffo tra appello a sobrietà e bioetica

Cei,Bagnasco apre il dopo-Boffo tra appello a sobrietà e bioetica La Chiesa non può essere "intimidita". Sì a diritti immigrati

Roma, 21 set. (Apcom) - Il cardinale Angelo Bagnasco apre ufficialmente il dopo-Boffo. Con le dimissioni del direttore di 'Avvenire' non si è chiusa solo una personale vicenda professionale, e il presidente dei vescovi lo sa.Boffo è stato preso di mira dal 'Giornale' per aver denunciato la "tracotante messa in mora di uno stile sobrio" da parte di Silvio Berlusconi. Tra la maggioranza di Governo e l'establishment cattolico si è così prodotto uno strappo che il presidente della Cei vuole ricucire, ma senza amnesie. "Chiunque accetta di assumere un mandato politico - afferma Bagnasco aprendo a Roma i lavori del consiglio permanente Cei - sia consapevole della misura e della sobrietà, della disciplina e dell'onore che esso comporta, come anche la nostra Costituzione ricorda", scandisce citando l'articolo 54 della Costituzione (che di sobrietà, a dire il vero, non parla). Le dimissioni di Boffo, spiega, sono state un "passaggio amaro" che "ha finito per colpire un po' tutti noi". Ancora: la Chiesa è una presenza "leale e costruttiva" che "non può essere coartata nè intimidita", afferma. Poi rassicura, puntualizza: "Anche quando annuncia una verità scomoda la Chiesa resta con chiunque amica". Essa "non ha avversari, ma davanti a sè ha solo persone a cui parla in verità". Nulla di meno, nulla di più.Gli interrogativi causati dal caso Boffo, però, sono molti ancora. Per 15 anni Boffo ha guidato il giornale dei vescovi riproponendo fedelmente, nel pubblico dibattito, le posizioni del cardinale Camillo Ruini. Ossia dell'uomo che ha garantito alla Chiesa cattolica italiana un ruolo da protagonista - dal referendum sulla procreazione medicalmente assistita al Family day, dall'otto per mille all'ora di religione - dopo lo sfaldamento della Democrazia cristiana. E se lo stesso Ruini, domani, presenta la sua inchiesta sull'educazione in Italia (in realtà una sorta di programma a 360 gradi sulla Chiesa nella società italiana), i cattolici si interrogano sempre più sul dopo-Ruini. Su come muoversi tra un premier non sempre 'sobrio', un centro-sinistra che, quando stava al Governo, ha promosso i Dico e un centro che 'grande', per ora, è solo nei progetti.Bagnasco tocca tutti i temi dell'attualità cari alla Chiesa cattolica. Dopo aver ricordato i parà caduti in Afghanistan (un lutto che, "com'era successo per la strage di Nassiriya, ha toccato il cuore dei nostri connazionali"), con pragmatismo l'arcivescovo di Genova li elenca uno per uno, senza fare sconti né alla maggioranza né all'opposizione. Sul testamento biologico torna a chiedere una legge che "possa scongiurare nel nostro Paese altre situazioni tragiche come quella di Eluana" e fa balenare un sostengo al 'lodo' Sacconi quando chiede un "provvedimento" da varare "quanto prima" a "garanzia di una categoria di soggetti tra i più deboli della nostra società". Chiede che il "rispetto della legalità e della sicurezza dei cittadini" non sia "disgiunto" dalla "garanzia dei diritti umani" degli immigrati e, dopo aver ricordato le "riserve" cattoliche sul pacchetto sicurezza, indica la regolarizzazione delle colf e delle badanti come riprova dell'esigenza di "dispositivi meglio calibrati". Dopo un'estate di polemiche leghiste sui dialetti le 'gabbie salariali', Bagnasco domanda che l'anniversario dei 150 anni dell'Unità d'Italia "deve alimentare la cultura dello stare insieme". Ricorda che, dopo la crisi economica, l'Italia è più povera, ma ringrazia il ministro Gelmini per essere intervenuta sulla sentenza del Tar sull'ora di religione.Soprattutto, Bagnasco auspica che venga superato il "clima di di tensione diffusa e di contrapposizione permanente che fa solo male alla società". Non solo. Con insolita nettezza, Bagnasco ricorda che la Chiesa incoraggia i giovani e "l'intero laicato" a seguire la strada della "politica vera e propria, nelle sue diverse articolazioni", quale campo di "missione irrinunciabile". In attesa che i vescovi discutano del nome del nuovo direttore di 'Avvenire', in attesa di capire se, nel dopo-Ruini, i vescovi preferiranno alzare la voce o dialogare con il mondo della politica e in attesa che il panorama politico assuma un profilo meno convulso, Bagnasco guarda lontano e chiama i cattolici a un impegno diretto in politica.

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