Asilo/ La tragedia di Giava, strage in mare di afgani e iraniani

Asilo/ La tragedia di Giava, strage in mare di afgani e iraniani Sarebbero annegati in oltre 200, polemiche in Australia

Giacarta, 18 dic. (TMNews) - Un'ondata lo ha spezzato in due: a bordo del vecchio peschereccio che si dirigeva in Australia, al largo dell'isola indonesiana di Giava, c'erano forse 250 afgani e iraniani, tutti alla ricerca dell'asilo politico. Molti erano bambini, oltre duecento sono annegati: ufficialmente ancora dispersi, pochissime le speranze di ritrovarli vivi; "é probabile che siano tutti morti" ha detto il portavoce della protezione ciivle indonesiana, Gagah Prakoso. "Abbiamo mandato quattro navi e due elicotteri ma non abbiamo visto nulla". Solo 33 persone sono state salvate, 30 uomini, una donna e due bimbi.La tragedia giunge a un anno dall'affondamento di un'altra nave carica di migranti diretti in Australia. E provoca un'ondata di indignazione fra le associazioni australiane per l'aiuto ai rifugiati, in pesante polemiche con le misure restrittive applicate dall'Australia.Il peschereccio è stato colpito da una forte tempesta e da ondate alte fino a cinque metri. Secondo Kelik Purwanto, operatore della protezione civile, "è impossibile anche per un buon nuotatore con giubbotto di salavataggio raggiungere la riva in queste condizioni meteo. I corpi di solito arrivano a riva al terzo giorno".Fra i sopravvissuto Armaghan Haidar, studente afgano diciassettenne. "Ho sentito l'acqua sui piedi e mi sono svegliato. La gente urlava, cercava di uscire. Io ci sono riuscito e mi sono attaccato alla murata con un centinaio di altre persone, ma altre cento sono rimaste intrappolate dentro".I sopravvissuti dicono di essere venuti dall'Iran e dall'Afghanistan e di aver pagato fra i 2.500 e i 5.000 dollari americani per il viaggio della speranza: un aereo da Dubai a Giacarta, e di lì la nave per l'Australia. "Vogliamo una vita migliore" dice il giovane student. "In Afghanistan non c'è nulla. Terrorismo sì, ma non si può studiare e non c'è lavoro".In Australia il ministro degli Interni Jason Clare ha parlato di una "immane tragedia". Ma per le associazioni di aiuto ai rifugiati l'atteggiamento del governo è di pura ipocrisia. "Se governo e opposizione si preoccupassero davvero, avvierebbero una politica umana di accoglienza" dichiara Ian Rintoul, coordinatore della Coalizione per i i rifugiati.Sono pochi i migranti che arrivano in Australia via nave: 6.800 contati nel 2010, molti di meno nel 2011. Ma sono un soggetto spinoso. Si tratta per lo più di iraniani, afgani, iracheni e curcdi. Lo scorso agosto il tribunale supremo australiano ha bocciato un progetto governativo che voleva mandare in malaysia 800 richiedenti asilo in attesa che la loro domanda fosse esaminata.(fonte Afp)

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