Calcio/Garrone, amaro addio a Cassano:Avevamo investito su di lui

Calcio/Garrone, amaro addio a Cassano:Avevamo investito su di lui Presidente della Samp: "Anche le primedonne rispettino le regole"

Roma, 29 dic. (Apcom) - Riccardo Garrone è un uomo ancora deluso e amareggiato per come è finita la love-story con Antonio Cassano. Il presidente della Sampdoria, a pochi giorni dall'inizio del nuovo anno, fa il punto sul 2010 dei blucerchiati con una lunga intervista pubblicata sul sito ufficiale della società, e chiaramente si sofferma sul divorzio consumato nelle ultime settimane dall'attaccante barese, giunto a Genova nell'estate del 2007 e ora ufficialmente un giocatore del Milan. Garrone ricorda come la Samp avesse "investito molto su di lui", non solo "dal punto di vista economico, ma da quello umano". Cassano non potrà mai essere un giocatore come gli altri e Garrone lo sa bene. "L'ho sempre definito una primadonna e come tale doveva essere trattato - spiega - ma se gli equilibri si rompono e si rischia di compromettere la serenità di un gruppo, allora non si può far finta di nulla".Garrone ricorda come la Samp avesse "rilanciato e coccolato" il giocatore, facendolo sentire "parte integrante della famiglia blucerchiata". Le 'cassanate' non hanno mai preoccupato la presidenza della Samp, che "ogni tanto ha anche chiuso un occhio di fronte ad alcune sue uscite di pista". Con dei punti fermi, però: "Ci sono però delle regole da rispettare, dei limiti che non possono essere valicati", sottolinea Garrone. Limiti che, evidentemente, Cassano ha superato verso la fine della sua avventura blucerchiata. "A tutti noi manca e mancherà Antonio per quanto ci ha saputo regalare sul campo - precisa Garrone - ma io ho il dovere di preservare la serenità e l'integrità dell'intero mondo Sampdoria".E a chi gli rimprovera di aver pagato per far andar via Cassano da Genova, Garrone risponde chiaramente: "La dignità non ha prezzo, ho deciso di contribuire a quei 5 milioni da versare al Real Madrid. Il calciomercato ha anche un valore sociale, deve educare ed insegnare, soprattutto ai bambini e ai giovani, e di fronte a quanto accaduto in quel pomeriggio del 26 ottobre serviva dare un segnale forte. Se pretendo rispetto - conclude - devo essere il primo a darlo agli altri".

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