Berlusconi rilancia a Udc, Casini freddo: Accordo in Parlamento

Berlusconi rilancia a Udc, Casini freddo: Accordo in Parlamento Premier: Ora siamo più forti, ma urne senza intesa. E attacca pm

Roma, 24 dic. (Apcom) - Continuare a governare, allargando la maggioranza magari grazie al "ravvedimento" di Pier Ferdinando Casini ed evitando così il "grave danno" che sarebbe costituito dal voto anticipato. Silvio Berlusconi rilancia ancora oggi l'invito all'Udc, ma come ieri riceve un altro no da Pier Ferdinando Casini, disponibile solo ad un "accordo alto e alla luce del sole, in Parlamento".Dopo la conferenza stampa fiume di ieri, oltre due ore e mezza di diretta sul Rai1, il premier torna in tv, stavolta di primo mattino alla Telefonata di Canale 5. Nel pomeriggio, poi, viene diffuso un audiomessaggio sul sito dei 'Promotori della libertà'. Il refrain di Berlusconi non cambia: "Impossibile" un accordo con Fini, resta la carta dell'intesa con l'Udc, anche se "Casini ha già perso un'occasione, vedremo...". Ma il leader centrista ribadisce le sue condizioni, legandosi agli altri soggetti del terzo polo: "L'obiettivo dell'Udc e delle altre forze del nuovo polo è un accordo in Parlamento. Non diciamo nè sì nè no: la via maestra per un accordo alto e alla luce del sole è il Parlamento".Ecco allora che la vera strategia del premier resta la cooptazione di singoli deputati nella maggioranza, per riuscire ad arrivare almeno a quota 325, se non 330: "Opereremo affinché l'eventualità di interrompere la legislatura, un grave danno per il Paese, non si realizzi". Ma se non si arrivasse ad una maggioranza in grado di "approvare le riforme necessarie", per il premier "non ci sarà altra scelta che tornare dal popolo sovrano".Ma nonostante questo, per il premier il 2010 è stato un anno di "ottimi risultati per il governo, la maggioranza e il Pdl", perchè il voto di fiducia di metà dicembre "ha dimostrato che non esiste nè in Parlamento nè nel Paese un'alternativa credibile a questa maggioranza". Insomma, rassicura i suoi militanti, "usciamo più forti" da questo "anno difficile". Così come "più forte, stimata e competitiva" esce l'Italia, secondo Berlusconi, dalla crisi internazionale: "Il nostro lavora è stato premiato", ed "entro il 2012" i ritmi di crescita "torneranno quelli pre-crisi".L'unica nota dolente restano i giudici: "Le indebite ingerenze dell'ordine giudiziario nelle vite dei cittadini rappresentano una vero attacco alla democrazia. Gran parte della magistratura, persino la Corte costituzionale, emettono sentenze troppe volte orientate", accusa il premier. Per questo "dovremo completare la riforma della giustizia entro fine legislatura".

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