Scienza/ Inibitori proteasi rivoluzioneranno cura epatite C

Scienza/ Inibitori proteasi rivoluzioneranno cura epatite C Vella (Istituto superiore sanità): arrivano dritti al virus

Roma, 23 nov. (Apcom) - Siamo alla vigilia di una rivoluzione nella cura dell'epatite C, patologia grave - è la causa di maggior numero di decessi tra le malattie infettive trasmissibili, la prima causa di trapianto di fegato al mondo, e in Italia fa segnare mille nuovi casi ogni anno - e spesso sottovalutata. Arriverà da molecole giù utilizzate per affrontate le infezioni da Hiv: gli inibitori della proteasi. "Con l'epatite C non dobbiamo ripartire da zero: possiamo partire da quello che abbiamo imparato con l'Aids", spiega Stefano Vella, direttore del dipartimento del Farmaco dell'Istituto superiore di Sanità (Iss). "Stanno per arrivare dei nuovi farmaci, gli inibitori della proteasi, già utilizzati per il trattamento dell'infezione da Hiv". Sono medicinali "in grado di arrivare dritti al virus. E come ieri hanno rivoluzionato la storia naturale dell'Aids, oggi lo faranno con quella dell'epatite C".Anche secondo Raffaele Bruno, del dipartimento di malattie infettive della Fondazione Irccs San Matteo di Pavia e segretario Aisf (Associazione italiana per lo studio del fegato) "ci stiamo avviando verso una nuova era della terapia dell'epatite C". L'obiettivo, sottolinea, "è aumentare sempre di più la percentuale di pazienti che guariscono".

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