Sordomuti bielorussi sfruttati per vendere gadget: 7 condanne

Sordomuti bielorussi sfruttati per vendere gadget: 7 condanne Tutte nei confronti di russi, da parte del tribunale di Firenze

Roma, 20 nov. (Apcom) - Sfruttavano 200 sordomuti bielorussi, rapinandoli del denaro che ricavavano vendendo 'peluche' ed altri gadget ai clienti dei ristoranti o sulle spiagge di Toscana, Emilia-Romagna, Liguria e Lombardia. Con questa accusa sette russi sono stati condannati dal Tribunale di Firenze a otto anni di reclusione per il reato di rapina. Prescritti i reati di sequestro di persona e associazione per delinquere.L`indagine denominata 'Brelok' (peluche) e coordinata dal sostituto procuratore Paolo Canessa della Dda di Firenze, risale al luglio 1999, quando i militari del reparto operativo del comando provinciale carabinieri di Prato, dopo aver raccolto inizialmente alcune confidenze e successivamente delle denunce formalizzate da alcuni sordomuti bielorussi sfruttati, scoprirono molti di loro che, dislocati in alcune regioni del centro-nord, erano costretti a vendere gadget (accendini, piccoli peluche, spille) ai clienti di ristoranti o lungo gli stabilimenti balneari situati sulla costa tirrenica e adriatica, per una quota oscillante tra le 5.000 e le 3.000 lire al pezzo, visto che all'epoca c'era ancora la lira.I ragazzi, tutti audiolesi, venivano reclutati in Russia dove un gruppo criminale moscovita con la promessa di un`attività lavorativa di tipo propagandistico ed il miraggio di lauti guadagni: dopo un viaggio estenuante in treno o in auto venivano smistati in alcune città del Centro-Nord d`inverno e nelle località marittime d`estate. Ai ragazzi veniva garantito il vitto e l'alloggio, ma gran parte del ricavato finiva nelle tasche dei loro aguzzini, ferrei nell`applicare quelle che venivano considerate le regole di un`organizzazione criminale senza scrupoli. (segue)

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