Governo/ Schifani e Fini da Napolitano nel pomeriggio

Governo/ Schifani e Fini da Napolitano nel pomeriggio Voto su fiducia dopo finanziaria in parallelo, Pdl a caccia voti

Roma, 16 nov. (Apcom) - Il presidente del Senato Renato Schifani e il presidente della Camera Gianfranco Fini sono stati convocati al Quirinale dal capo dello Stato Giorgio Napolitano, secondo quanto preannunciato ieri, alle ore 17,30 di oggi per fare il punto sui lavori parlamentari. Sul tavolo dell'incontro, la necessità più volte ribadita dal capo dello Stato di dare priorità all'approvazione della legge di stabilità in questo momento di particolare esposizione dei conti pubblici.In questo senso va letta anche l'iniziativa dei gruppi di opposizione che hanno ritenuto opportuno formalizzare ai presidenti delle Camere, prima del loro incontro al Colle, il loro impegno a non fare ostruzionismo sulla finanziaria in modo da consentire al contempo la più rapida approvazione della legge di stabilità e, nei tempi più ravvicinati possibili, il voto parlamentare sulla fiducia al Governo Berlusconi dopo l'uscita di Fli: fine novembre-prima settimana dicembre. Un voto, al Senato sulla mozione Pdl di sostegno al Governo e alla Camera sulle distinte mozioni di sfiducia delle opposizioni (una Pd-Idv e un'altra Fli-Udc-Api) che potrebbe avvenire praticamente in 'parallelo' nei due rami del Parlamento: con dichiarazioni del premier in un ramo del Parlamento, replica conclusiva nell'altro e votazione a breve distanza.Un percorso che sembra condiviso anche dalla maggioranza, seppure forse a Silvio Berlusconi non sarebbe dispiaciuta anche qualche settimana in più. Per tentare di portare a termine l'ultima alternativa al ritorno urne su cui il Premier ha chiesto ieri a Umberto Bossi ancora un atto di fiducia: il tentativo in extremis di assicurare al governo in carica i voti necessari per la fiducia non solo alla Camera ma anche al Senato, recuperando alcuni parlamentari passati con Fini (è di oggi la notizia del ritorno nel Pdl del finiano Angeli) ma scontenti per l'uscita dal Governo e 'rosicchiando' ancora qualcosa anche fra i moderati di altri gruppi.Nello stesso Pdl diversi esponenti di primo piano non nascondono scetticismo su questo estremo tentativo del Premier di salvare ancora il suo Governo. Ma è altrettanto vero che la determinazione del Premier trova fondamento anche in alcuni segnali giunti a diversi gruppi politici dal Colle più alto: nulla quaestio ovviamente se il Governo in carica uscito dalle urne dovesse ottenere la fiducia sia di Camera che di Senato, fosse anche per un solo voto. Mentre invece, per dire sì ad altri Premier e altri Governi, la maggioranza che li volesse sostenere dovrebbe garantire in Parlamento numeri tali da assicurarne una certa stabilità, vista la delicatezza del momento per il nostro Paese. E al momento, certo, questa 'maggioranza alternativa forte' ancora non sembra certo esserci.

© RIPRODUZIONE RISERVATA