Ru486/ Repubblica, Veronesi: Le donne inascoltate

Ru486/ Repubblica, Veronesi: Le donne inascoltate Sacconi si schieri a favore del pensiero femminile

Roma, 27 nov. (Apcom) - "L'iter faticoso della pillola Ru486 mette il dito su una piaga profonda del nostro paese: ciò che pensano le donne è raramente compreso, spesso è incomprensibile e quindi non conta. O conta molto poco". E' quanto scrive Umberto Veronesi, senatore, medico e scienziato in un intervento su Repubblica a proposito di quanto accaduto ieri al Senato dove la maggioranza ha bloccato la commercializzazione della pillola abortiva.Veronesi ricorda che la pillola Ru486 è stata introdotta "in tutta Europa negli anni '90 e negli Usa nel 2000" e in Italia "è stata approvata dall'Aifa, un organismo tecnico-scientifico di altissimo livello, che ha il compito di decidere se un farmaco ha le caratteristiche per essere distribuito negli ospedali o nelle farmacie e con quali modalità". Per l'oncologo "è legittimo tutelare la salute della donna ma è innegabile che l'opposizione alla diffusione di questo metodo appare soprattutto il timore che l'interruzione di gravidanza effettuata con un farmaco sia presa 'a cuor leggero' dalla donna. Chi sostiene questa tesi a mio parere dimostra di conoscere molto parzialmente il rapporto della donna con il dolore e con l'amore per la vita".Secondo Veronesi perciò "dovremmo occuparci di più delle donne, impegnarci sulla maternità consapevole, sull'informazione, sull'educazione circa i metodi contraccettivi e poi accompagnare l'eventuale scelta di interruzione con strumenti medici e giuridici che non aggiungano un dramma al dramma... è inutile chiudere gli occhi, se una donna arriva al punto di voler interrompere la sua gravidanza lo farà anche se il resto della società le volta le spalle. Sul perchè oggi non possiamo intervenire, ma sul come sì. Mi auguro quindi che il ministro Sacconi continui sulla via illuminata che ha annunciato e si schieri decisamente a favore del pensiero femminile dando rapidamente e finalmente il via liberta alla diffusione della Ru486".

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