Mediazioni e sondaggi, e Berlusconi 'stoppa' elezioni anticipate

Mediazioni e sondaggi, e Berlusconi 'stoppa' elezioni anticipate Accenni disgelo con Fini,ma tra i due resta distanza e diffidenza

Roma, 18 nov. (Apcom) - La mediazione di Gianni Letta. La telefonata di Umberto Bossi. Il lavorio dei 'pontieri'. E, soprattutto, quei sondaggi che vedevano il Pdl e il governo penalizzati nel gradimento degli italiani per la troppa litigiosità. E così, alla fine, Silvio Berlusconi ha deciso di rompere il silenzio in cui si era chiuso da due settimane e di parlare attraverso una nota. Niente di più ufficiale, per dire che lui alle elezioni anticipate non ci ha "mai pensato", che il mandato "ricevuto dagli elettori è di governare per cinque anni", che la maggioranza "è solida". Il resto, spiega, è "dialettica interna che comunque ne accentua le capacità ideative".E già che a rinfocolare un dibattito che fino a quel momento era rimasto appannaggio dei boatos di corridoio, ieri era stato il presidente del Senato Renato Schifani che pubblicamente aveva lanciato l'aut aut: Compattezza della maggioranza o voto anticipato. Parole rivolte a Fini che molti hanno considerato 'eterodirette' proprio dal premier, sebbene palazzo Chigi abbia smentito.Ma se è vero che il Cavaliere ha negato di volere elezioni anticipate, e altrettanto vero che ha definito il ragionamento della seconda carica dello Stato "ovvio". Berlusconi di passaggio alla Camera per il voto di fiducia sul dl salva-infrazioni, ha infatti risposto e anche volentieri alle domande dei giornalisti che invece snobbava da giorni. "E' chiaro - ha spiegato il premier - che ove cadesse la maggioranza non si può pensare ad un governo diverso dalla maggioranza che hanno deciso gli elettori con il loro voto". Parole dirette ai suoi alleati, ma che inevitabilmente coinvolgono il ruolo del Quirinale, unica istituzione per dettato costituzionale a poter decretare la fine di una legislatura.A taccuini aperti, Silvio Berlusconi assicura anche che secondo lui con Gianfranco Fini "non c'è nulla da chiarire". Eppure la nota che oggi ha posto un freno alla caduta libera della polemica interna, è stato frutto di grandi mediazioni. Gianni Letta in primis: è stato lui ad anticipare in una telefonata al presidente della Camera il contenuto della dichiarazione del presidente del Consiglio. Fini e Berlusconi non si sono sentiti direttamente, ma sono state molte le telefonate dei pontieri dell'una e dell'altra parte per cercare una via d'uscita dallo scontro ormai palese. Il Cavaliere ieri sera ha sentito anche Umberto Bossi che gli ha ribadito la lealtà della Lega ma anche l'interesse primario del Carroccio: ottenere le riforme, e per farlo, evitare le urne. E poi c'erano quei sondaggi di Euromedia Reesearch che da due giorni erano sulla scrivania del premier e che vedevano la forbice con l'opposizione ridursi proprio per la litigiosità della maggioranza. Non a caso Berlusconi ci ha tenuto a prendere le distanze dalle "contorsioni della politica politicante" che offuscano "il grande lavoro del governo". Ed è su questo che il premier vuole riportare l'attenzione mediatica: trascinare la diatriba con Fini non era suo interesse.Berlusconi vuole principalmente uno scudo per i suoi processi e ora c'è da giocare la carta del processo breve che a giorni prenderà il via in Senato e che Berlusconi vuole vedere approvata entro gennaio, in tempo per la prossima udienza del processo Mills. Non a caso, proprio oggi, un finiano come Italo Bocchino sottolinea che quel ddl loro sono pronti a votarlo. Insomma, come ragiona un parlamentare ex Fi, di lungo corso, "la verità è che le elezioni anticipate non le vuole nessuno dei due". Il premier sa che lo sbocco di una crisi non è poi così scontato e se la voce girava così insistentemente è perché, aggiunge l'esponente pidiellino "il voto anticipato, al contrario di quello che si dice per le dimissioni, si minaccia ma non si fa".Alla fine, quindi, più che un riavvicinamento ci sarebbe stata una convergenza di interessi. Tanto che non c'è nessuno disposto a parlare di disgelo tra i due, soprattutto dal punto di vista umano. L'uno non si fida dell'altro e entrambi studieranno mossa per mossa. Sarà per questo che, dall'entourage finiano, l'immagine che viene evocata di più è quella della partita a scacchi.

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