Crisi/ Scajola preme su Berlusconi: più risorse per banda larga

Crisi/ Scajola preme su Berlusconi: più risorse per banda larga Il ministro:liberare risorse per 400 mln e creare occupazione

Roma, 9 nov. (Apcom) - Il ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola preme sul presidente del Consiglio Silvio Berlusconi affinchè, attraverso il Cipe, siano liberate più risorse da investire nella banda larga e nelle aree di crisi rilanciando l'occupazione. Il ministro Scajola, secondo quanto si apprende da fonti ministeriali, avrebbe rafforzato il pressing sul Cipe per favorire l'immediata cantierabilità di una serie di progetti.Nel pacchetto d'interventi, consegnato da Scajola direttamente al premier Silvio Berlusconi, oltre alla banda larga, ci sono i programmi per l'assegnazione di 150 milioni di euro per la riconversione di aree industriali in crisi; l'attribuzione di un analogo importo per completare i trasferimenti di funzioni da Invitalia all'Isa-Istituto per lo Sviluppo Agroalimentare; lo stanziamento di 50 milioni di euro per le zone franche urbane e di 45 milioni per le zone franche urbane in Abruzzo.Sul fronte della riconversione delle aree industriali, sono cinque i principali interventi individuati da Scajola. In primis, il progetto riguardante l'area ex Cip e carbochimica di Fidenza, per il recupero economico e produttivo dell'ex impianto petrolchimico Sarom di Ravenna con l'obiettivo di realizzare un polo nautico. L'intervento pubblico consentirà di attivare immediatamente investimenti per 470 milioni di euro con un'occupazione nel triennio di 4.400 persone.Poi la riconversione dell'area Umbria ex Fornace Scarca, con la creazione di 300 nuovi posti di lavoro per livelli di alta e media professionalità. E, ancora, l'area di Piombino. Nel caso non fosse realizzato l'intervento di riconversione sarebbero a rischio almeno 700 posti di lavoro diretti e altri 500 nell'indotto. Poi la Sgl Carbon di Ascoli Piceno, il piano di intervento prevede la creazione di un polo logistico ferroviario e di un polo scientifico e tecnologico con una occupazione prevista di 430 dipendenti (di cui 80 negli organismi di ricerca, 200 in nuove aziende e 150 in spin-off), consentendo così di attenuare l'impatto della crisi sul territori. Infine Porto Vesme: il progetto prevede un rilancio del polo metallurgico dove operano diverse aziende del ciclo dell'alluminio, tra cui la Portovesme (550addetti), l'Eurallimina (400) e l'Alcoa (600 dipendenti).Mlpnov 09

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