Trenta, porte aperte e chiuse su Sophia, ma spero ancora

VIENNA - Di fronte alla proposta sulla modifica delle regole d'ingaggio dell'operazione Sophia "ho trovato porte aperte, ma anche chiuse. Questo tema per noi è molto importante, crediamo che qualcosa possa ancora cambiare domani" all'incontro dei ministri degli Esteri. Così il ministro Elisabetta Trenta, al termine della riunione Difesa Ue.

 

"Non c'è ancora accordo sulla proposta italiana. Tutti condividono l'importanza dell'operazione Sophia, e noi siamo i primi, è chiaro che dovremo fare le nostre considerazioni, e ogni decisione sarà presa col governo e il premier Giuseppe Conte", ha risposto il ministro Elisabetta Trenta a chi chiede se l'Italia uscirà, nel caso non si trovi un'intesa. "Oggi mi sento delusa perché ho visto che l'Europa non c'è, ma sono fiduciosa", ha aggiunto Trenta.

 

Intervenendo alla riunione Ue, il ministro ha dichiarato: "Nel 2015 ci siamo assunti la responsabilità politica di far nascere" la missione Sophia. "Allora si riteneva che l'azione in acque extra-territoriali sarebbe stata solo una prima fase. Le cose in Libia sono andate diversamente e la presenza di Sophia dura ormai da tre anni. Finora, come Italia, abbiamo da soli accolto tutti i migranti salvati. Questo non è più possibile, lo dico a nome del governo. Occorre cambiare le regole". 

 

"Per certi versi Sophia dimostra che l'Europa sa essere un security provider, ma penso che su Sophia si giochi l'immagine dell'Europa. Siamo aperti a tutti i suggerimenti, che riflettano il concetto secondo cui l'Europa è pronta a rispondere alle sfide che la riguardano. La nostra proposta mira ad introdurre una rotazione dei porti di sbarco e una unità di coordinamento che assegni il porto al Paese competente". E' un altro passaggio dell'intervento del ministro Elisabetta Trenta alla riunione Difesa Ue.

 

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