Riforme fallite, cade il governo in Finlandia

ROMA - A poche settimane dalle elezioni parlamentari, affonda la coalizione tripartita di centrodestra al governo in Finlandia: venerdì il premier Juha Sipila ha annunciato le sue dimissioni e quelle dell'intero esecutivo, dopo la cocente bocciatura della sua ambiziosa riforma sanitaria, che nelle intenzioni doveva sensibilmente ridurre i costi per la salute, così come una revisione del welfare, a sua volta fallita lo scorso febbraio. "Mi assumo la responsabilità del fallimento, è stata un'enorme delusione", ha detto Sipila ai giornalisti. La riforma della sanità, ha aggiunto, "era uno dei nostri progetti più importanti". Il presidente della Finlandia, Sauli Niinisto, ha frattanto già accettato le dimissioni e ha chiesto al premier, giunto al potere nel maggio del 2015, di continuare a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti.

La riforma sanitaria, che era stata presentata come uno dei cavalli di battaglia dell'esecutivo, doveva, secondo le previsioni, ridurre di almeno tre miliardi di euro in dieci anni la spesa per la salute. Un obiettivo ambizioso, considerato il progressivo e costante invecchiamento della popolazione finlandese. Secondo Eurostat, nel 2018 gli ultrasessantacinquenni hanno superato in Finlandia il 21 per cento della popolazione, il dato del genere più alto in Europa dopo Germania, Portogallo, Grecia e Italia. Dal prossimo primo luglio, la Finlandia assumerà la presidenza di turno dell'Unione europea, mentre il prossimo 14 aprile andrà alle elezioni parlamentari, e il ministero della Giustizia ha prontamente fatto sapere che nel programma elettorale non cambierà nulla.

Stando a dei recenti sondaggi, l'opposizione socialdemocratica sarebbe in vantaggio di diversi punti percentuali. "Il mio governo funziona sulla base del principio: o ci sono risultati o si va a casa", ha chiarito Sipila. In realtà, quella della riforma sanitaria è la seconda grande delusione per il premier, che già all'inizio del mese scorso aveva dovuto archiviare come un fallimento l'esperimento del 'reddito garantito' in base al quale per due anni sono stati distribuiti senza condizioni 560 euro al mese a un campione di 2.000 disoccupati, scelti a caso, fra i 25 e i 58 anni. L'istituto per la sicurezza sociale (Kela) ha affermato che l'esperimento ha prodotto, nei beneficiari, "un miglioramento sul piano del benessere, con una riduzione dei sintomi da stress". Tuttavia, il ministro alla Sanità e agli Affari sociali, Pirkko Mattila, ha dovuto ammettere che sul piano del mercato del lavoro il reddito di base garantito ha prodotto effetti del tutto trascurabili.

 

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