Dazi: mercati incerti. Francia minaccia risposte a Usa

Il ministro dell'economia Bruno Le Maire ritiene che Usa e Cina vogliano dividere la Francia dalla Germania e minaccia reazioni "collettive e con fermezza" se l'amministrazione Trump lancerà "nuovi attacchi e tariffe ad esempio su auto". 

ROMA - La guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina che minaccia di estendersi anche all'Europa fronteggia dati economici ancora positivi, specie negli Stati Uniti, e rende incerti i mercati azionari mondiali che, in ogni caso, da inizio anno hanno azzerato i guadagni o sono finiti in negativo specie fra i paesi emergenti. E mentre la Cina proverà ad aprire un canale con l'Unione Europea attraverso gli incontri con la cancelliera Merkel a Berlino e i vertici di Commissione e Consiglio a Pechino, dalla Francia il ministro dell'economia Bruno Le Maire chiede che l'Europa "resti unita". Per Le Maire "gli Usa e la Cina vogliono dividere la Francia dalla Germania" e minaccia reazioni "collettive e con fermezza" se l'amministrazione Trump lancerà "nuovi attacchi e tariffe ad esempio sui produttori di auto". E anche il componente del board Bce Benoit Coeure chiede all'Europa di "non perdere la calma" anche perché "ha i mezzi per rispondere" e stare unita.

 

Nei giorni scorsi era emersa infatti la voce che la cancelliera Merkel avesse proposto di negoziare con gli Stati Uniti un generale e reciproco calo delle tasse sulle auto. Una mossa che sembrerebbe smarcarsi dalla missione della Commissione Ue che avverrà a fine mese negli Stati Uniti. Certamente in Germania l'industria dell'auto ha numeri e risultati importanti ma lo è anche in altri paesi, Francia in primis (ma anche Italia e Spagna ad esempio). Da qui la volontà di Bruxelles di agire in maniera coordinata. Inoltre il comparto dell'auto, come molti altri settori industriali oramai, mostra una forte interconnessione internazionale sulla catena di produzione e fornitura che mal si concilia con una guerra commerciale fatta di dazi incrociati. Tutti interrogativi che analisti e operatori non mancano di sottolineare. Il conflitto commerciale, se aumenta nei toni e nelle dimensioni, può creare danni a tutte le parti in causa e danneggiare anche comparti come ad esempio l'agricoltura Usa che più hanno appoggiato il presidente Trump alle elezioni. La produzione di Soia e carne, colpita dai dazi di rappresaglia cinese, sta iniziando già a vedere i primi contraccolpi. Questa settimana inizierà così in Europa con i dati della bilancia commerciale tedesca, locomotiva del Continente e con il discorso del presidente Bce Mario Draghi al Parlamento europeo. Negli Stati Uniti dove i dati sull'occupazione nei giorni scorsi sono stati buoni, vanno forte per ora i comparti difensivi (come le utilities) mentre in difficoltà sono appunto industrie e servizi.

 

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