Da Varoufakis ai Mussolini, chi corre per diventare un 'Mep'

BRUXELLES - Dalla candidatura di Nicolas Barnier - figlio del più noto Michel, negoziatore dell'Ue per la Brexit - alla corsa in salsa tedesca dell'ex ministro delle finanze greco, già predicatore dell'uscita ellenica dall'euro, Yanis Varoufakis; dal derby in casa Mussolini, con la 'guerra' all'ultimo voto tra Caio Giulio Cesare e Alessandra, alla cavalcata dell'ex premier polacca Beata Szydlo: nell'Ue è partita la corsa degli aspiranti membri del Parlamento Europeo (Mep) e come sempre non mancano sorprese e curiosità.

NON HO L'ETÀ - A qualche mese dai 90 anni, la scrittrice e giornalista Luciana Castellina, figura storica della sinistra italiana, lancia un nuovo guanto di sfida dalla lista del partito di maggioranza greco Syriza. A farle compagnia, tra i candidati europei più anziani - ma dal lato opposto della barricata politica (Fi-Ppe) - l'ex premier Silvio Berlusconi, che nei suoi quasi 83 anni di carriera - come Castellina - è già stato membro dell'Eurocamera. Fanno da contraltare, la liceale francese Mickaella Sady, 17 anni, in lizza per il Partito federalista europeo, (compierà la maggiore età il 15 maggio), e Jordan Bardella, 24, uomo di punta di Rassemblement National (RN), la formazione di Marine Le Pen.

'LUI E' LUI, IO SONO IO' - Nicolas Barnier, 33 anni, figlio del più noto Michel - protagonista del negoziato sulla Brexit e sempre più quotato come prossimo probabile presidente dell'esecutivo comunitario - mette i puntini sulle 'i' rispetto alla sua candidatura alle Europee nella lista del Movimento riformatore (MR) del premier belga uscente Charles Michel: "Ho idee da proporre alla collettività. E tanto per chiarire, sono entrato in politica da solo e in modo del tutto indipendente".

C'ERAVAMO TANTO AMATI - Un video che lo ritraeva col dito medio alzato, nel 2015, aveva rischiato di far deragliare il complicatissimo negoziato tra Atene e Berlino per il salvataggio della Grecia: Yanis Varoufakis, il ministro centauro, teorico del default greco e nemico giurato dell'allora responsabile delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble, riparte dalla Germania con Demokratie in Europa (DiEM25). Il suo obiettivo è una "primavera europea", ovvero cambiare l'Unione dal suo interno.

MUSSOLINI CONTRO MUSSOLINI - "Il mio cognome a volte è stato un peso: la mia famiglia è dovuta andare via dall'Italia due volte, nel dopoguerra e ai tempi del terrorismo. Ma io sono tornato per arruolarmi prima in Marina e poi come manager in una grande azienda italiana". E ora Caio Giulio Cesare, il terzo nipote del duce in politica, dopo Rachele (consigliere comunale di FdI al Campidoglio), e Alessandra (eurodeputata di Fi uscente), tenta la scalata dell'Eurocamera dalla circoscrizione Sud, dove da candidato di FdI si batterà anche contro la cugina Alessandra, riconfermata nella lista di Fi.

NESSUN DERBY - E' certo invece che non ci sarà un derby in casa Johnson, dopo che il partito conservatore britannico dei Tory ha rigettato la candidatura di Stanley, papà del più celebre brexiteer ed ex ministro degli Esteri Boris. Nell'arena resta la sorella Rachel, nome di primo piano dell'alleanza per il 'remain', Change Uk.

RICOMINCIO DA BRUXELLES - Nel suo ruolo di premier polacca, Beata Szydlo (Pis) era già stata protagonista di un braccio di ferro con gli altri leader Ue sulla riconferma del presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. La 'lady di ferro', ostinata nello sbarrare la porta del suo Paese ai migranti da ricollocare da Italia e Grecia, e iniziatrice di quella riforma della giustizia che ha fatto accendere i riflettori europei sullo stato di diritto nel suo Paese, presto - almeno così dicono i sondaggi - potrebbe tornare a Bruxelles, anche lei per scolpire il nuovo volto dell'Unione. 

 

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