Bce, oggi nome vice ma parte già corsa post Draghi

BRUXELLES - La corsa sembra già vinta in partenza, ma il nome del nuovo vicepresidente della Bce, successore del portoghese Vitor Constancio, si conoscerà solo oggi. Sarà infatti l'Eurogruppo a scegliere tra i due candidati, il ministro spagnolo dell'economia Luis De Guindos, e il governatore della Banca d'Irlanda Philip Lane, ma il primo sembra avere già tutto il sostegno necessario. Uno fra tutti, quello dell'asse franco-tedesco. La nomina del nuovo membro del board aprirà anche la corsa al post-Draghi, anche se ufficialmente c'è tempo fino alla scadenza del suo mandato, cioè ottobre 2019. Ma essendo la sua successione legata a tutte le altre 'poltrone' europee, i leader Ue cominceranno a ragionare sui nuovi equilibri possibili e a far avanzare le proprie pedine. Alla Germania è sempre interessato il posto di Draghi, e attualmente il 'falco' Weidmann, avverso alle misure straordinarie lanciate in questi anni dalla Bce, è dato favorito.

 

L'Eurogruppo di oggi cercherà di trovare un consenso sul nome del vicepresidente Bce, per non arrivare ad un vero e proprio voto che si terrebbe il giorno dopo. La speranza è che ci sia da subito una maggioranza qualificata rafforzata (14 Paesi della zona euro che rappresentino almeno il 65% della popolazione) per formulare una raccomandazione che il vertice europeo di marzo dovrà poi appoggiare. De Guindos non sembra temere il rivale, sebbene la commissione economica del Parlamento Ue abbia formulato un'opinione, non vincolante, a favore dell'irlandese - economista molto rispettato in ambito internazionale - che considera "più convincente". De Guindos ha invece esperienza come politico e banchiere d'affari, ma non di politica monetaria. In ogni caso la Germania gli aveva già garantito il suo appoggio alla Bce in cambio della rinuncia alla corsa per l'Eurogruppo. De Guindos quindi si ritirò favorendo il portoghese Centeno. Durante questo scambio, la Germania potrebbe anche essersi assicurata il sostegno spagnolo su Weidmann. Ma non sarebbe comunque ancora abbastanza: la sua corsa è tutt'altro che scontata, nonostante un sondaggio di Bloomberg su 34 economisti lo pone come favorito.

 

L'Eurogruppo e l'Ecofin affronteranno anche la riforma del fondo salva-Stati Esm e il completamento dell'Unione bancaria: sarà l'occasione per mettere in chiaro fin dove ci si può spingere prima che scada la legislatura europea. Per favorire la ricerca di un accordo, prima delle riunioni si vedranno in formato 'ristretto' i ministri dell'economia di Francia, Italia, Germania e Spagna, determinati a trovare una strada comune. Il ministro Pier Carlo Padoan, domani, avrà anche un incontro con il commissario al bilancio Ue Oettinger, che l'ha invitato ad esprimere la sua opinione sul prossimo quadro finanziario della Ue post 2020.

 

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