Accordo Ue-Cina, collegare Via della Seta alle reti europee

BRUXELLES - La conclusione di un accordo sugli investimenti "nel 2020" con un "accesso al mercato migliorato" e "non discriminatorio" eliminando le "barriere", oltre al "rafforzamento delle regole internazionali sui sussidi industriali" nel quadro della riforma del Wto e l'intesa che "non ci devono essere trasferimenti forzati di tecnologia". Su 5G e cybersicurezza deve continuare la cooperazione, mentre si avvierà uno studio per collegare la Via della Seta alle grandi reti Ue di trasporto Ten-T. E' la bozza della dichiarazione Ue-Cina.

"L'Ue la Cina si impegnano a costruire la loro relazione economica sull'apertura, la non discriminazione e la concorrenza equa, assicurando un terreno di gioco paritario, trasparenza e basato su benefici reciproci", si legge nella bozza di dichiarazione congiunta, che riprende sostanzialmente tutte le richieste chiave fatte da Bruxelles a Pechino a tutela dell'industria e delle imprese europee. In particolare "le due parti si impegnano a raggiungere nel corso del 2019 i progressi decisivi richiesti per la conclusione nel 2020 di un Accordo complessivo Ue-Cina sugli investimenti", il cui "elevato livello di ambizione sarà riflesso in un accesso al mercato sostanzialmente migliorato, l'eliminazione di requisiti e pratiche discriminatorie che colpiscono gli investitori stranieri e la creazione di un quadro di protezione degli investimenti equilibrato". A questo scopo verrà costituito un "meccanismo politico di monitoraggio" che dovrà fare il punto "entro fine anno". Altro elemento chiave della difficile intesa raggiunta dall'Ue dopo diversi giorni di intensi negoziati che si sono sbloccati solo ieri sera, l'obiettivo di "risultati tangibili in aree prioritarie concordate quali registrazioni in cattiva fede dei diritti di proprietà intellettuale e segreti commerciali".

Poi il rinnovo della cooperazione Ue-Cina per la riforma del Wto, nel cui ambito si "intensificheranno le discussioni con l'obiettivo di rafforzare le regole internazionali sui sussidi industriali", ovvero evitare il dumping cinese a danno delle imprese europee, oltre al fatto che "entrambe le parti concordano che non ci devono essere trasferimenti forzati di tecnologia", altra richiesta cruciale dell'industria europea.

Sul 5G e sicurezza, invece, il testo della dichiarazione resta vago - anche perché la cybersicurezza è competenza nazionale e non Ue - e invita a proseguire la "cooperazione" già cominciata nel 2015 con la Dichiarazione congiunta sul 5G e quella nell'ambito della Cyber Task Force Ue-Cina, soprattutto "contro attività maligne nel cyberspazio, inclusa la protezione della proprietà intellettuale".

Infine, si legge nella bozza, Ue e Cina "continueranno a forgiare sinergie tra la strategia Ue Connecting Europe e Asia così come le Reti di Trasporto Transeuropee e la Road and Belt Initiative della Cina". A questo riguardo è intervenuto un "accordo", nell'ambito della Piattaforma sulla connettività Ue-Cina, "sui termini di riferimento per uno studio congiunto" di fattibilità "su corridoi ferroviari sostenibili tra Europa e Cina".

I negoziati tra Ue e Cina "sono stati difficili ma alla fine si sono dimostrati fruttuosi", in quanto "abbiamo trovato un accordo su una dichiarazione congiunta che stabilisce una direzione della partnership Ue-Cina basata su rispetto e reciprocità". Così il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk al termine del vertice Ue-Cina.

"Tradurremo in azioni concrete la nostra parola" data all'Ue con gli impegni presi nella dichiarazione congiunta sottoscritta oggi, e in particolare "un trattamento uguale alle imprese europee e cinesi" con una "apertura che sarà nei due sensi". Così il premier cinese Li al termine del bilaterale Ue-Cina. "Entrambe le parti devono trattare con equità le imprese", per cui "ci deve essere la presunzione d'innocenza, finora non sono state ricevute lamentele" sull'operato delle società 5G" cinesi, quindi "l'importante è trattarsi gli uni con gli altri con equità", ha aggiunto, precisando che durante questo vertice "non abbiamo parlato" della questione Huawei e 5G

Sulla questione Huawei, il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, ha detto che l'Ue "non prende di mira venditori o fornitori specifici" di infrastrutture per il 5G, ma il nodo è "combinare l'innovazione con la sicurezza, che vanno mano nella mano". 

 

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