Una nuova sfida per Galli
Guida i discesisti azzurri

Sci alpino Il livignasco scelto come responsabile della Nazionale A di libera Ha già le idee chiare: «La parola d’ordine? Lavoro, lavoro e ancora lavoro»

Nuova sfida professionale per l’ex sciatore azzurro ed allenatore di Livigno, Lorenzo Galli. Da anni nel giro della nazionale tra le squadre di coppa Europa e coppa del mondo dello sci alpino legato alle discipline veloci, da questa stagione estiva il 45enne allenatore valtellinese ha assunto il ruolo di responsabile della Nazionale A di sci alpino discesa libera.

Una bella promozione per Galli che da atleta, vanta 65 presenze nel circuito di Coppa del mondo dal 1994 al 2003 per intraprendere la carriera di allenatore dello sci club Livigno prima e poi come aiuto tecnico nel famoso super team in cui figurava anche l’amico e compaesano Giorgio Rocca.

«In primavera il direttore tecnico Massimo Carca ,che conosco da diversi anni, mi ha proposto il ruolo di responsabile della squadra A di discesa e con piacere ho accettato. Il gruppo di atleti con cui lavoro è composto dai tanti della B che seguivo lo scorso anno ai quali si aggiungono le “vecchie conoscenze” tra cui Innerhofer, Marsaglia e Dominik Paris che si unirà a noi durante il periodo invernale».« Anche con lo staff tecnico ho grande affinità, porto con me il mio gruppo dello scorso anno con l’aggiunta di Adam Peraudo che in questi anni ha lavorato con la Spagna e Cristian Corradino da ben venti anni all’interno della nazionale».

Del gruppo azzurro anche il bormino classe 1994 Pietro Zazzi già da un paio d’anni nel giro della Coppa del mondo. «Ci sono i grandi nomi tipo Paris, Inner e Marsaglia e al loro fianco arrivano gli Zazzi, Bosca Molteni per citarne qualcuno che apportano freschezza, voglia di imparare e quella sana concorrenza interna. Gli obiettivi principali non sono a breve termine per questi giovani che contiamo di farli arrivare maturi per le olimpiadi del 2026. Per i big gli obiettivi sono sempre i soliti, podi e medaglie mentre la parola d’ordine sarà lavoro, lavoro e ancora lavoro».

© RIPRODUZIONE RISERVATA