«Depressi dopo Trento? No, sempre più convinti della promozione in B»

Gino Di Nunno, vicepresidente del Lecco: «Nelle prossime due gare in casa vorremmo vedere tribune più gremite»

«Bi crediamo». La lettera C sparisce dalla lingua del calcio italo-lecchese. Il vicepresidente Gino Di Nunno, il giorno dopo Trento-Lecco, è un vulcano di passione bluceleste. Altro che rassegnazione. Altro che “pettinare” Mangni per i tanti, troppi, errori sotto porta. Mangni? Miglior prestazione della stagione. La serie B? Ce la dobbiamo fare. Insomma, un Di Nunno che non ti aspetti. E che carica a molla tutto l’ambiente.

Vicepresidente… Che delusione. Cos’ha detto a Mangni a fine gara?

Secondo me la sua, come prestazione, è stata una delle migliori dell’anno. Anche del Lecco in generale. Il secondo tempo migliore della stagione. E l’atteggiamento di Mangni è stato positivo nel senso che si è creato un sacco di occasioni. Ricordate: nel primo tempo non c’erano state occasioni, tranne la punizione di Lepore. Da quando è entrato lui la partita è cambiata.

Sta scherzando? Mangni è il maggior indiziato della sconfitta, insieme agli autori dei “buchi” difensivi del primo tempo…

Ripeto. Togliendo i gol sbagliati, è stata la miglior prestazione di Mangni. Poi è normale: l’attaccante deve fare gol. Può giocare male tutta la partita, ma se fa gol è bravissimo. Se non lo fa, diventa il peggiore in campo. Ma io guardo oltre a questo…

Insomma, non è finita?

Certo che no. Ci crediamo ancora. Ripartiamo dal secondo tempo di Trento. Nella ripresa avremmo meritato quanto meno di pareggiare. È vero, invece, che abbiamo preso gol su due defaillance difensive gravi. E abbiamo giocato contro la squadra, il Trento, che più di tutte aveva fatto punti nel girone di ritorno. Solo noi e il Pordenone avevamo fatto quasi come loro… E nel secondo tempo i trentini non sono mai usciti dalla loro metà campo. Dobbiamo vedere il bicchiere mezzo pieno. Sono deluso dal risultato, ma non dalla prestazione, almeno quella del secondo tempo.

Il Lecco aveva tanti giocatori fuori. È questa la spiegazione della sconfitta?

Sì vero ci mancavano tanti titolari, ma in verità a noi è mancato altro: il gol. E mancano ancora otto partite.

Ci sono due partite in casa. Pordenone e Feralpisalò. Cosa succederà?

Di sicuro non bisogna perdere. Anzi si deve cercare di vincerle entrambe. Difficile? Sì. Fattibile? Pure…

Cosa vuol dire ai tifosi?

Più che dire che arrivano Pordenone e Feralpisalò al Rigamonti-Ceppi, non saprei... Vedendo la squadra così in alto, penso che i tifosi si rispondano da soli: “Andiamo tutti allo stadio”. Noi i nostri sforzi li abbiamo fatti…E sono davvero tanti. Con la Curva Nord non abbiamo nessun problema perché ci danno sempre sostegno. In casa e fuori casa. Erano tantissimi anche a Trento. Mancano pesantemente all’appello i tifosi delle tribune. Distinti in primis. Non abbiamo bisogno di iniziative particolare, ma di gente sugli spalti.

“Visto? Lo sapevo che il Lecco non vuole andare in B”… Frase tipica del tifo bluceleste dopo domeniche come quella di Trento…

Ma sono tutte leggende metropolitane. Scherza? Costa di meno la B che la C. Ti arrivano tanti di quei contributi. È tutt’altra vita. Sarebbe bellissimo per noi. Ci costerebbe di meno andare in B che restare in serie C. E il presidente (inteso come patron Paolo Leonardo Di Nunno, ndr) vuole solo vincere. Vuole andare sempre avanti. Ripeto: sono solo leggende metropolitane quelle che dicono che non vogliamo andare su. Anzi, la verità è un’altra…

Dica.

Stiamo facendo di tutto per salire. La Pro Sesto è una novità assoluta, insieme a noi. Ma abbiamo davanti e dietro squadre fuori dal normale, fortissime, costruite per vincere. Se siamo lì vuol dire che ce lo meritiamo. Ripartiamo dal secondo tempo del Briamasco. E sia chiaro a scanso di equivoci: tutti noi ci crediamo. Tutti. Dal magazziniere fino al patron. Da chi mette a posto il campo a chi strappa i biglietti allo stadio… Mai stati più convinti di potercela fare che in questo periodo. Noi ci crediamo assolutamente. E i lecchesi?

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