Vasic: «Mio caro Lecco,
io in campo do tutto»

Italiano, figlio di genitori serbi, il diciannovenne centrocampista è da poco arrivato in bluceleste. «Sono una mezz’ala che cerca di combinare tecnica, corsa e grinta. Qui ho subito trovato un gruppo bellissimo».

Aljosa Vasic è un classe 2002 che pare già maturo. Dopo aver fatto nove anni di settore giovanile e due anni (e mezzo) in prima squadra ha voluto compiere il salto in una squadra meno ambiziosa del Padova, ma sicuramente più a sua misura.

Con gli euganei, tra campionato e Coppa Italia, ha disputato già una ventina di partite. E domenica scorsa è sceso in campo in Pro Patria-Lecco sull’1-1 in dieci contro undici. Ci si aspettava un giocatore tutto tecnica e corsa, e si è visto invece un giovane di grandi qualità fisiche ma soprattutto agonistiche.

«Mi reputo un giocatore che dà tutto in campo - spiega Vasic -. Uno che corre e mette sempre il massimo della grinta in campo. Poi, tecnicamente, ho sempre cercato di migliorare e penso di avere una base tecnica buona. Sono una mezz’ala che cerca di combinare tecnica, corsa e grinta».

Vasic è nato in Italia - a Camposanpiero, in provincia di Padova - da genitori bosniaci e ha doppia cittadinanza, italiana e bosniaca, appunto. Ma si sente di più decisamente serbo. E sa anche che le qualità da “combattente” dei calciatori dell’ex Jugoslavia, è molto apprezzata a Lecco, squadra che da sempre fa del carattere una sua arma vincente.

«Il mio esordio è stato positivo - precisa la mezz’ala bluceleste -. Sono contento di aver fatto mezz’ora alla mia prima uscita. Si era messa un po’ male, in dieci contro undici, e dovevo per forza aiutare la squadra tornando dietro per difenderti e poi ripartire. Sono contento perché comunque i palloni che ho toccato e le azioni che sono uscite, sono venute bene. È andata bene, insomma. Ma posso fare meglio».

A questo punto, visto che è capitato davanti a lui, gli chiediamo se ci fosse il rigore su Buso… «A così poco dalla fine non l’ha fischiato, ma se fosse stato alla mezz’ora l’avrebbe dato. Ma ha deciso di no, per cui morta lì. Non pensiamoci più».

Ma cosa si aspetta Vasic dall’avventura bluceleste, iniziata da una decina di giorni? «Sono venuto a Lecco innanzitutto perché a Padova bisogna sempre vincere il campionato. E per un giovane non è facile trovare minutaggio e continuità. Non volevano lasciarmi andare, in verità, ma io ho cercato una squadra dove avrei potuto giocare di più. Però volevo che non fosse una squadra qualunque. Per questo sono a Lecco. Siamo tutti giovani qui, ma c’è una compattezza di gruppo veramente importante. Come in ogni squadra c’è qualche ragazzo più vecchio, che ci aiuta con l’esperienza. Ma penso che sia un bellissimo gruppo, davvero non mi aspettavo un gruppo così».

E il Pirata De Paola com’è per Vasic? Risposta scontata ma sincera: «Il mister è molto alla mano, schietto, che non gira intorno alle cose. Ti dice sempre cosa fare e come farlo. Trasmette il fatto che non bisogna mollare mai. E penso si veda in campo».

All’andata contro il Fiorenzuola in casa con la maglia del Padova Vasic aveva vinto. E ora i suoi ex compagni hanno pareggiato 0-0. Insomma, il Lecco è avvisato: «Il Fiorenzuola è una squadra tosta, che gioca, che può far male, se la sottovaluti. Sono rapidi, veloci. Però possiamo farcela. Anche se ci sono gli ex che vorranno prendersi sempre una rivincita… Mastroianni, contro il Padova aveva fatto gol, all’andata: è un giocatore buono, positivo, che vorrà mettersi in mostra. Ma anche noi vogliamo farlo. Con i tre punti però…».

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