Una Tac all’antico faggio, ora la cura

Casargo L’esame diagnostico per permettere di individuare le misure conservative in grado di preservarlo

È nato verosimilmente in epoca napoleonica e, come a tutti i grandi anziani, il tempo ha presentato il conto anche al “Fodon”, il grande faggio del Piancone, nella Val Marcia, uno degli alberi monumentali d’Italia con i suoi 300 ed oltre anni accreditati, che ora è finito “sotto i ferri”.

Lo scorso anno l’amministrazione comunale di Casargo ha incaricato un agronomo esperto dello Studio Landscape di Bodio Lomnago (Varese) di individuare le misure conservative in grado di preservare il grande faggio, che ha una folta chioma che raggiunge un diametro di quasi 30 metri ed un’altezza di poco inferiore ai 9.

La raccolta fondi

La Pro Loco ha raccolto l’appello e, unendo le forze, ha organizzato un evento estivo molto partecipato, il “Viviamo Casargo day”, con il quale sono stati raccolti 1.900 dei 2.900 euro da destinare al Fodon, per effettuare una tomografia sonica alla magnifica pianta, una Tac, praticamente.

Pochi giorni fa con il risveglio del Fodon e con lo stabilizzarsi delle condizioni meteo, esperti tree climber, coordinati dal giardiniere Marco Gusmeroli, lo hanno raggiunto per applicare speciali tiranti ad alcuni dei suoi rami così da alleggerire il peso dei suoi anni e curare alcune lesioni che potrebbero diventare veicolo di agenti patogeni responsabili dell’aggravarsi di processi degenerativi.

L’auspicio è quello che questa particolare cura funzioni e possa allungare quanto più possibile la conservazione in salute del grande faggio.

Ma come tutti, i grandi anziani, anche il Fodon ha tante storie ed esperienze da raccontare, così l’amministrazione comunale, grazie anche all’opera di diversi volontari, è intervenuta sul sentiero che conduce a lui, curando la manutenzione e posizionando lungo i sentieri la necessaria segnaletica.

Importante dislivello

Si può raggiungere partendo dal sentiero che dalla zona industriale di Premana attraversa il torrente Varrone, prosegue per il rifugio Ariale e poi per l’alpe Chiarino (circa due ore di cammino).

L’alternativa è quella che prevede la partenza dal rifugio Ombrega, raggiungibile dall’alpe Paglio-Pian delle Betulle, percorrendo il versante della val Marcia, ai piedi del pizzo Cornagiera, attraversando la terrazza panoramica sulla incontaminata del Sasso Dirotto, immersi in un faggeto spettacolare (un’ora e quarantacinque minuti).

Entrambi i percorsi presentano dislivelli importanti e qualche breve tratto esposto, sono necessari quindi allenamento e la massima attenzione nel percorrerli, calzando scarpe da trekking.

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